Italia Digitale: non ce la possiamo fare

Facciamo un veloce elenco dei disastri degli ultimi giorni: Web tax: chi vuol fare affari digitali in Italia (vendere beni e servizi) dovrà avere una partita Iva italiana. In teoria, serve a far pagare tasse italiane alle multinazionali come Amazon e Google (che vendono per l’appunto libri, pubblicità ecc) e che sfruttano regimi fiscale europei […]

Facciamo un veloce elenco dei disastri degli ultimi giorni:

Web tax: chi vuol fare affari digitali in Italia (vendere beni e servizi) dovrà avere una partita Iva italiana. In teoria, serve a far pagare tasse italiane alle multinazionali come Amazon e Google (che vendono per l’appunto libri, pubblicità ecc) e che sfruttano regimi fiscale europei più favorevoli. Europei, non alle Cayman: il ‘Mercato comune europeo’, ovvero l’area in cui si realizzava la libera circolazione di merci, servizi, persone e capitali è stato creato a Roma (casa nostra) il 25 marzo 1957. Dopo sono venuti la Cee, Maastrich e l’Unione europea. Dopo 55 anni la ‘libera circolazione di merci e servizi’ dovrebbe essere un concetto consolidato, no?

La web tax è una figuraccia epocale, che sfiora il protezionismo. Cosa direste se alle aziende italiane, magari piccole imprese veramente innovative che vendono made in italy online, venisse chiesto di aprire una posizione fiscale francese, una tedesca, una inglese, e magari anche una americana?

Il regolamento Agcom sul diritto d’autore. La teoria è perfetta: se tu rubi i miei contenuti digitali (testi, musica, film, ecc), posso chiedere all’Agcom di rimuovere la tua pagina o addirittura di chiudere il tuo sito. Da quando in qua abbiamo deciso che la magistratura ordinaria (a cui ci si è rivolti finora, visto che è un reato) non è più competente in una materia regolata da fior di leggi (come il diritto d’autore)?

Detrazioni fiscali in arrivo per chi compra libri. Evviva, la cultura costerà meno. Quella su carta, però: per gli ebook gli sgravi non sono previsti. Qualcuno deve aver pensato: già li pagate di meno, ‘sti libri, volete anche gli sgravi?

A proposito di costi per ebook, smartphone e tablet, ecc: nella legge di Stabilità (se approvata così com’è ora) è previsto un aumento della tassa Siae su tutti i dispositivi digitali dotati di memoria. Servirà ad aumentare i finanziamenti per “l’equo compenso” dovuto a chi produce contenuti (libri, musica, ecc), che poi vengono tenuti su quelle memorie. Anche qui, la teoria è giustissima. In pratica smarthoone, tablet, ecc costeranno qualche euro in più (qualche genio deve aver pensato che chi è pronto a spedenre 500 euro per un telefonino può spenderne 505: sarà anche vero, ma il messaggio che passa non è certo quello di promuovere un mondo digitale)

Ok, continuiamo così, diciamoci pure che Internet è il futuro. Per gran parte del mondo occidentale è il presente, per noi è un futuro molto lontano.

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