Se le donne non votano la Clinton

La lunga corsa delle elezioni americane è appena iniziata. Sondaggisti e addetti ai lavori si dividono sul risultato finale, ma quello che appare inequivocabile, almeno in questi primi giorni, è il fatto che non venga tenuto in grande considerazione il fatto che con Hillary Clinton l’America scriverebbe un’altra pagina di storia, dopo aver eletto alla […]

La lunga corsa delle elezioni americane è appena iniziata. Sondaggisti e addetti ai lavori si dividono sul risultato finale, ma quello che appare inequivocabile, almeno in questi primi giorni, è il fatto che non venga tenuto in grande considerazione il fatto che con Hillary Clinton l’America scriverebbe un’altra pagina di storia, dopo aver eletto alla Casa Bianca il primo presidente di colore. La quota rosa in Usa con conta? Anna M. Vitale, Milano

HILLARY CLINTON non sembra infatti fare breccia tra le giovani elettrici democratiche, che invece sostengono Bernie Sanders. E finora sembra non abbiano ottenuto grandi risultati neppure le prese di posizione di femministe storiche. Madeleine Albright, la prima donna segretario di Stato in America, è comparsa accanto a Hillary Clinton per sottolineare che, se è di «rivoluzione» che stiamo parlando, allora eleggere la prima commander in chief donna sarebbe rivoluzionario eccome. E il messaggio è ancora una volta rivolto in particolare alle giovani donne. «Possiamo tutte raccontare la nostra storia su come abbiamo superato gli ostacoli e molte di voi giovani donne penserete che è fatta. No, non è fatta», ha detto e poi ha provocatoriamente aggiunto: «Sappiate che c’è un posto specifico all’Inferno per le donne che non si aiutano l’un l’altra». Basterà alla Clinton? laura.fasano@ilgiorno.net