Se il ritorno di Schwazer divide gli atleti

Alex Schwazer, il marciatore italiano squalificato per doping, è pronto per tornare in Nazionale in occasione dei Mondiali a squadre di marcia, in programma a Roma nel fine settimana. Questa eventualità non è piaciuta a molti dell’ambiente azzurro. Mentre Alex lotta per Rio è nato l’hashtag «non ho mai pensato di doparmi». Ma davvero non può avere un’altra possibilità? Marco Rigoni, Milano E – CI DOMANDIAMO […]

Alex Schwazer, il marciatore italiano squalificato per doping, è pronto per tornare in Nazionale in occasione dei Mondiali a squadre di marcia, in programma a Roma nel fine settimana. Questa eventualità non è piaciuta a molti dell’ambiente azzurro. Mentre Alex lotta per Rio è nato l’hashtag «non ho mai pensato di doparmi». Ma davvero non può avere un’altra possibilità? Marco Rigoni, Milano

E – CI DOMANDIAMO noi – perché tutto questo astio? Perché puntare il dito con questo accanimento contro Alex? Certo, Schwazer ha sbagliato, ha deluso, ha barato assumendo il doping, ha raccontato qualche frottola di troppo, ma sta pagando caro, carissimo, forse troppo (3 anni e 9 mesi) rispetto ad altri che in altre Nazioni per lo stesso reato se la sono cavata con una squalifica inferiore ai 2 anni. La domanda posta recentemente in tv dal marciatore, «Chi, tra tutti gli atleti, non ha mai pensato di doparsi almeno una volta ?», ha scatenato forti reazioni di molti big. Risultato? I social invasi sotto l’hashtag “#no, non ho mai pensato di doparmi”. In mezzo ai due schieramenti la Fidal che, dopo aver annunciato tolleranza zero, ha fatto l’impossibile (organizzare la Coppa del Mondo costa un milione di euro) per apparecchiare mediaticamente il grande ritorno di Schwazer. Con tanti saluti all’etica.

laura.fasano@ilgiorno.net