Perché bisogna difendere ancora Schengen

LA CONTESTAZIONE dell’euro era in qualche modo preventivabile, ma la messa in discussione di Schengen non era altrettanto semplice da prevedere. La libera circolazione delle persone è sempre stata vista come la vera grande conquista dell’Europa unita. Adesso il contesto è notevolmente mutato e sembra che dilaghi ovunque una certa nostalgia per i confini nazionali. Ma […]

LA CONTESTAZIONE dell’euro era in qualche modo preventivabile, ma la messa in discussione di Schengen non era altrettanto semplice da prevedere. La libera circolazione delle persone è sempre stata vista come la vera grande conquista dell’Europa unita. Adesso il contesto è notevolmente mutato e sembra che dilaghi ovunque una certa nostalgia per i confini nazionali. Ma sarebbe un errore gravissimo, soprattutto per Paesi piccoli come l’Italia. Lettera firmata, Milano

CI SAREBBERO tante parole da spendere sull’importanza fondamentale della libertà di circolazione e di movimento. Viene da pensare che potrebbe esistere un’Unione europea senza la moneta unica, ma non senza la libertà di movimento dei cittadini all’interno dell’area. La reintroduzione delle frontiere – come dice il lettore – avrebbe inevitabilmente ripercussioni sul progetto europeo. L’eliminazione dell’accordo – ci sono in questo senso ben pochi dubbi – rappresenterebbe un pesante fallimento. Ma al di là dell’aspetto politico ce n’è uno, quello economico, ancora scarsamente considerato. Quanto costerebbe all’Europa la chiusura delle frontiere interne? Secondo calcoli attendibili, gli scambi commerciali all’interno dell’Unione subirebbero una diminuzione compresa tra il 10 e il 20%. Come dire, l’abbandono di Shengen avrebbe come conseguenza un peggioramento della condizione sia dei profughi, sia dei cittadini europei. Pensiamoci. laura.fasano@ilgiorno.net