Ha ancora senso festeggiare il 25 Aprile

L’annuncio che l’Italia era stata liberata partì dalla Lombardia come ha ricordato un bell’articolo del Giorno. Ma settant’anni dopo, tra la kermesse dell’Expo, le tragedie dei migranti e le basi di Al Qaeda trovate in Sardegna nessuno parla più di questa tappa fondamentale della storia d’Italia. Senza parlare dei ragazzi ai quali la parola Liberazione […]

L’annuncio che l’Italia era stata liberata partì dalla Lombardia come ha ricordato un bell’articolo del Giorno. Ma settant’anni dopo, tra la kermesse dell’Expo, le tragedie dei migranti e le basi di Al Qaeda trovate in Sardegna nessuno parla più di questa tappa fondamentale della storia d’Italia. Senza parlare dei ragazzi ai quali la parola Liberazione con la L maiuscola non dice nulla. Peccato, così si perde un po’ della nostra memoria nazionale. Sergio L., ilgiorno.it

Da un certo punto di vista è innegabile che il 25 aprile viene presentato, da tanti, e diverse forze politiche, come roba vecchia, antiquata, ci sono soggetti che ripetono in continuazione, ad esempio, che fascismo o comunismo (come se poi fossero la stessa cosa) sono cose superate, da libri di storia, che si deve andare avanti (e l’Expo e l’emergenza immigrati in questo caso non c’entrano).. Però, andare avanti senza conoscere il passato, maturare la consapevolezza di ciò che vi è stato, è roba da mettere i brividi. Perché la condivisione di valori ed idee che hanno contrastato la dittatura è fondamentale per non solo ripetere i disastri del passato, ma per l’affermazione di concetti, principi e diritti che pongono l’umanità al centro del nostro piccolo universo quotidiano. Dopo settant’anni, il 25 Aprile è la festa delle feste, festa che ha ancora grande e vitale ragione di esistere. Fino a quando esisterà, sarà possibile in questo Paese difendere la nostra libertà. Ed non è proprio poco. laura.fasano@ilgiorno.net