MA I PASSAGGI dal Bosforo, accuratamente monitori dai servizi di mezzo mondo e da osservatori specializzati, indicano numeri ben maggiori. A questo si aggiungono i voli «umanitari». Ieri l’Iran ha dato il via libera ai voli russi, il che consente di bypassare il «no» all’uso dello spazio aereo turco e bulgaro. La nuova rotta è molto più lunga (2.900 chilometri contro poco più di mille) e passa da Iran e Kurdistan iracheno per raggiungere la Siria. Dei 6 Mig 31 Foxhound atterrati il 18 agosto in Siria si sa e giusto ieri la Casa Bianca ha espresso «profonda preoccupazione» per il dispiegamento di aerei russi in Siria. Ma nei giorni scorsi almeno 3 aerei cargo russi (tra cui 2 giganteschi Antonov 124) sono atterrati nella zona di Latakia, portando armi (pare oltre 1.000 missili anticarro Kornet) e personale. Il motivo è rafforzare le difese della zona di Jableh, 25 chilometri a sud di Latakia, dove i russi starebbero costruendo una base aerea.
Che Mosca _ così come l’Iran _ fornisca armamenti ad Assad è ormai ufficiale. Ieri il portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha confermato che «la Russia sta inviando armamenti in Siria per rafforzare l’esercito siriano nella lotta contro il terrorismo. La minaccia terroristica nel Paese ha raggiunto un livello senza precedenti in Siria e nel vicino Iraq e gli armamenti consegnati all’esercito siriano servono per scoraggiarla». Zakharova ha anche ammesso che «consulenti militari russi sono presenti al momento in Siria e stanno assistendo la consegna di materiale bellico al regime di Damasco».
CHE PERALTRO perde sempre più colpi. Ieri dopo quasi due anni di assedio i ribelli islamisti della coalizione Jaish al Fatah, (Esercito della conquista) hanno conquistato la base aerea di Abu al Dohour, l’ultima presidiata dalle forze di Assad nella provincia nord-occidentale di Idlib. Mentre l’Australia annuncia di voler estendere i raid dall’Iraq alla Siria e Cameron avverte che servirà «una potente forza militare» per «rimuovere Assad e per sconfiggere i jihadisti dello Stato Islamico». Il segretario generale della Nato si dice preoccupato per l’attivismo russo in Siria.
Ma i russi voglio salvare Assad e il loro presidio strategico. Ieri il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in una telefonata con il collega americano John Kerry «ha ribadito la necessità di consolidare la risposta ai gruppi terroristici che hanno occupato una considerevole parte della Siria» e l’ha invitato a respingerli assieme. Loro e gli iraniani, da tempo, si sono messi avanti.
——————————————————————————-
Pubblicato su QN il 10/9/2015
© Riproduzione riservata