I barbari del Medio Oriente e la passività dell’Occidente

Caro De Carlo, come sempre la Sua analisi centra il problema. Purtroppo manca chi abbia la serenità di giudizio, l’intelligenza e la visione politica di insieme che necessitano davanti ad una crisi epocale come quella che si è determinata, più per la pavidità e miopia del mondo occidentale, che per la forza intrinseca dei fanatici […]

Caro De Carlo,

come sempre la Sua analisi centra il problema.

Purtroppo manca

chi abbia la serenità di giudizio, l’intelligenza e la

visione politica di

insieme che necessitano davanti ad una crisi epocale

come quella che si è

determinata, più per la pavidità e miopia del mondo

occidentale, che per la

forza intrinseca dei fanatici dell’Isis.

I movimenti fondamentalisti affondano

le loro radici e traggono forza

dalla facilità con cui riescono a

pubblicizzare la loro esistenza. Le

esecuzioni disumane e le stragi, sempre

più crudeli e a grande impatto,

hanno lo scopo di intimorire i vicini ed i

lontani. L’incapacità delle

vittime di trovare una risposta credibile,

rafforza nei dubbiosi

l’inclinazione a seguir quelli che appaiono gli

incontrastati vincitori.

Non si può, quindi, continuare in una politica di

contenimento,

risultata senza effetto, o di moral suasion (persuasione di

chi?); è

necessario un impegno che il mondo occidentale non è in grado di

mettere

in campo.

Siamo deboli, egoisti, incapaci di affrontare sacrifici

veri per

raggiungere uno scopo.

Come si può pensare che una società che ha

abbandonato da anni valori

quali senso del dovere, spirito di sacrificio,

senso del bene comune,

che ha eliminato la leva obbligatoria (ad evitare la

quale entravano in

competizione le famiglie dei benpensanti), che ha sempre

destinato alle

FFAA pressochè solo i mezzi necessari a pagare gli stipendi,

come si può

pensare che una società del genere accetti i sacrifici economici

di una

guerra, di mandare i propri figli alla morte o alle mutilazioni, di

resistere, resistere, resistere sino al conseguimento dello

scopo?

Ricordiamoci che dovevamo aggiornare l’aviazione con l’acquisto di 135

(se non sbaglio) F 35, scesi poi a 90 per le note ristrettezze

economiche ed

ora sospeso e rinviato sine die.

Ma una guerra distrugge oltre alle vite anche

i mezzi meccanici che

devono essere sostituiti.

Vedremo, se mai dovesse

sbarcare l’Isis, la corsa a diventare mussulmani!

E’ bene, quindi, rinunziare a

proclami ridondanti e inverosimili. Ieri

ho casualmente sentito Renzi in un

dibattito ed è stato molto

ragionevole, dicendo, in sostanza, che di guerra

non se ne parla, che

l’Onu, il più inetto, iniquo, dispendioso e pur

necessario consesso

internazionale, avrebbe dovuto prendere provvedimenti e

che allora

l’Italia sarebbe stata in prima fila (a far che, se per tutto il

mondo

islamico, particolarmente nelle nostre ex colonie, l’arrivo di soldati

italiani, sia pur con la bandiera dell’Onu finirebbe per compattare le

milizie?).

E il buonissimo on. Prodi afferma che occorre ricorrere alla

diplomazia.

Ma la diplomazia cura i rapporti tra Stati che hanno una loro

organizzazione ed esercitano il potere sui sudditi; cosa pensano di

mandare

l’ambasciatore tra le bande armate?

Per fortuna credo abbia ragione Renzi.

L’arrivo delle bande armate in

Italia è ancora largamente improbabile. Che

arrivino, invece, dei

disperati fanatici che compiano misfatti, questo è

largamente probabile,

dal momento che anche nostri compatrioti compiono

delitti ed hanno

compiuto stragi.

Contro di loro possono essere utili i

servizi segreti

(ma noi li processiamo, perchè siamo giuridicamente raffinati

e sappiamo

essere bravissimi a disfare il lavoro degli altri). Concludendo:

che

sarà sarà.

Sono particolarmente lieto di avere 72 anni e, quindi, a me

… mi

fregano poco!

Cordiali saluti

Avv. Tullio Sturani

*** *** ***

Caro Avvocato Sturani,

sono io che faccio i complimenti a lei.

La sua analisi non poteva essere meglio espressa. Ahinoi! Siamo messi male. E sa perchè? Per la mancanza di leadership da parte dell’occidente. Chi dovrebbe esercitarla e guidarci nei momenti più difficili, vale a dire il presidente degli Stati Uniti d’America, ha dimostrato ampiamente di non essere up to the job, come si dice sulla mia sponda dell’Atlantico, vale a dire non all’altezza della carica che gli è piovuta in testa.

Ne hanno colpa anche i repubblicani americani incapaci nelle ultime due elezioni di contrapporre a Obama candidati appena decenti.

Così oggi dopo sei anni di questa presidenza, il mondo esplode. Sotto attacco non è solo la nostra sicurezza, ma anche la nostra cultura, la nostra identità cristiana, le nostre tradizioni. E anche al riguardo non possiamo dire di avere trovato in questo Papa una guida all’altezza delle minacce che provengono dal Medio Oriente.