Parolisi, Cassazione: ultimo sfregio alla memoria di Melania

NEL FILM di questo brutto giallo che si sgrana fra tradimenti, amanti, soldati e sangue, di sicuro c’è una cosa: la crudeltà con cui Melania Rea è stata uccisa. L’hanno trovata seminuda, massacrata con 35 coltellate, quindi non un colpo frettoloso. La sentenza conferma la volontarietà dell’omicidio e per infliggere 35 coltellate bisogna insistere, colpire a […]

NEL FILM di questo brutto giallo che si sgrana fra tradimenti, amanti, soldati e sangue, di sicuro c’è una cosa: la crudeltà con cui Melania Rea è stata uccisa. L’hanno trovata seminuda, massacrata con 35 coltellate, quindi non un colpo frettoloso.

La sentenza conferma la volontarietà dell’omicidio e per infliggere 35 coltellate bisogna insistere, colpire a ripetizione, avere la volontà precisa di uccidere quasi per sfregio.

E il corpo era anche segnato da orribili graffiti, fra cui una svastica. Eppure la Corte di Cassazione ha escluso per l’enigmatico marito-assassino proprio l’aggravante principale.

Ma il pg della Cassazione aveva parlato di «impulso omicida di violenza inaudita». In questa folle storia, come sempre, la verità dei giudici va rispettata ma non condivisa da un ragionamento di buonsenso. Per il sentimento comune Melania è stata assassinata in modo brutale ed è umanamente impossibile pensare il contrario. Questa è la sentenza della gente