LIBRI / Trema la notte

Questo libro è uno sconquasso. Non si tratta di una facile metafora. Perché sì, ‘Trema la notte‘ di Nadia Terranova (Einaudi) parla del terremoto di Reggio e Messina, 28 dicembre 1908. Ma il terremoto interiore dei due protagonisti – una giovane donna messinese e un bimbo reggino – è forse superiore allo sfacelo che vedono […]

Questo libro è uno sconquasso. Non si tratta di una facile metafora. Perché sì, ‘Trema la nottedi Nadia Terranova (Einaudi) parla del terremoto di Reggio e Messina, 28 dicembre 1908. Ma il terremoto interiore dei due protagonisti – una giovane donna messinese e un bimbo reggino – è forse superiore allo sfacelo che vedono gli occhi.

E’ un libro duro, ‘Trema la notte’, e non per quello che descrive, ‘ché delle immagini di macerie e palazzi distrutti, la nostra epoca iperconnessa ci ha abituati e in qualche modo assuefatti. A fare male sono piuttosto le storie delle donne, degli uomini e delle loro macerie interiori. Per scovarle bisogna guardare molto a fondo, e Terranova lo fa in un modo ormai magistrale. Raccontando la Storia senza cedere al romanzo storico. Guardando al di là delle facciate con una scrittura potente e sapiente capace di smuovere i monoliti del nostro animo con metodica precisione. E’ una cura Beethoven che ci costringe a spalancare gli occhi quando pure vorremmo chiuderli. E per fortuna non lo facciamo. Ma non potremmo farlo, anche volendo, perché ‘Trema la notte’ tiene incollati i lettori.

Bisogna correre, divorare le pagine, trovare da bere e mangiare per i due protagonisti, tenerli per mano e credere nel loro futuro contro ogni aspettativa, cercando di prevedere come le due trame (mirabilmente intrecciate) si svilupperanno. Due storie diverse, le loro, tenute insieme da uno stesso orizzonte: per entrambi l’inferno era preesistente al sisma. Così quando la notte ha tremato e li ha lasciati nudi, come tutti i superstiti, si è portata dietro anche le loro catene. Che supplizio indicibile, liberarsene a questo prezzo. Ma se qualcuno ha voluto lasciarci vivi, sembrano dire i due, allora bisogna vivere. Vuole farlo il piccolo Nicola, 11 anni, la cui cella era un antro buio di lussi e privazioni, che lo ha tenuto schiavo e che pure, tragicamente, gli ha salvato la vita. E vuole farlo anche Barbara, una donna forte in tempi di debolezze imposte, che costruisce a caro prezzo la sua nuova identità tassello dopo tassello, trasformando in coraggio ogni trauma, anche il più nefando.

La scommessa vinta di Nadia Terranova era tenere insieme il terremoto reale e quello interiore, la descrizione di ciò che è accaduto fuori (una tragedia antica ma non troppo, e fin troppo dimenticata) con il racconto di ciò che è germogliato nel petto dei superstiti. ‘Trema la notte’ è per questo un romanzo ottimista. E parlando di due persone immaginarie, ci restituisce un racconto reale e corale della società di ieri, e forse di oggi, alla disperata conquista di una libertà fin troppo attesa.