Martedì 30 Aprile 2024

La Fenice di Venezia, dall'incendio alla rinascita. L'opera di Plessi illumina il teatro

La videoinstallazione dell'artista racconta attraverso luci, immagini e musica la distruzione e la genesi di uno dei luoghi simbolo della città lagunare

'Fenix DNA'

'Fenix DNA'

Venezia, 31 luglio 2017 -  Come un fiammifero acceso si esaurisce in pochi istanti, così la sera del 29 gennaio 1996 una manciata di ore è sufficiente per ridurre in cenere il teatro La Fenice. Venezia pianse il gioiello che sembrava irrimediabilmente perduto e il mondo restò allibito di fronte alle fumanti macerie. Da quella cenere invece seppe risorgere e nel dicembre del 2003 tutto tornò "com'era, dov'era", motto già adottato dai veneziani per la ricostruzione del campanile di San Marco.

Il tragico epilogo, ma anche la rinascita rivivono nell'opera 'Fenix Dna' che Fabrizio Plessi propone ancora per pochi giorni nel teatro (l'opera, voluta dalla commissione Fondazione La Fenice su iniziativa di Generali Valore Cultura in collaborazione con Arthemisia, replica fino al 6 agosto tutti i giorni alle 19). Luci e video, accompagnati dalla colonna sonora di Giovanni Sparano eseguita live, raccontano attraverso un simbolico percorso le tappe di una tragica fine e di una gloriosa genesi.

Il pubblico nei palchi resta prima intrappolato nel rogo che da scintilla (una mano criminale cagionò la distruzione) si trasforma in devastante incendio. Mentre esplodono fiamme digitali, sul palco il mezzosoprano Francesca Gerbasi accompagna l'evolversi del dramma. Il pubblico avverte il calore insopportabile dato dalla luce intensa del fuoco devastante che inonda prima i palchi e poi i soffitti affrescati. Ciò che resta è un paesaggio lunare: la platea affollata dai calchi di Guerino Lovato - quelli che servirono per ricostruire le figure, i capitelli e i bassorilievi originali - si trasforma in uno spettrale cimitero cosparso di livida cenere. Ma è l'acqua, un altro elemento che oltre alle fiamme contraddistingue dagli anni Settanta l'opera artistica di Fabrizio Plessi, a far risorgere il teatro rivitalizzando il Dna di un luogo che nemmeno le fiamme sono riuscite a cancellare.  Maestro della videoarte, convinto fautore della commistione di segni come valore espressivo, Fabrizio Plessi inonda il palco attraverso una cascata vitale di acqua, non per nulla elemento fondante della città lagunare. Infine da un Olimpo virtuale lampi di luce attraversano la scena riaccendendo un luogo che nella suprema bellezza dell'arte, nella perfetta sinergia tra immagine e musica, trova la divina forza necessaria per rinascere. Questa è La Fenice.