Martedì 30 Aprile 2024

Polizze contro i rischi climatici in agricoltura

Danni nelle campagne

Danni nelle campagne

I CAMBIAMENTI climatici stanno condizionando sempre più il mondo dell’agricoltura. Negli ultimi due anni in Italia – come evidenziano i dati Ismea – si è registrato un aumento della temperatura media nazionale (+1,04°C rispetto alla media 1981-2010) e si sono susseguiti episodi di siccità in primavera e in autunno, gelate tardive, ondate di calore e grandinate con intensità differente a livello territoriale. Coldiretti stima che nel 2021 l’andamento climatico anomalo abbia causato oltre 2 miliardi di danni nelle campagne, senza contare gli effetti sull’indotto della filiera. Uno scenario di rischio crescente al quale non corrisponde, tuttavia, nel nostro Paese un’adeguata copertura assicurativa da parte delle imprese agricole. Su quasi 705mila aziende agricole beneficiarie di pagamenti della Pac – come rilevato da Ismea – nel 2020 se ne sono assicurate meno di 80mila, circa l’ 11%.

Considerando le sole colture, il mercato assicurativo agricolo agevolato esprime, il 21% del valore della produzione delle coltivazioni vegetali e, in ettari, circa il 10% della superficie agricola utilizzata. Il mercato si caratterizza per un elevato grado di concentrazione, sia in termini di prodotti sia di territori. Uva da vino, mele, mais, riso e pomodoro da industria rappresentano quasi il 70% dei valori assicurati. Sono riconducibili, inoltre, alle sole regioni del Nord Italia circa l’80% dei valori assicurati per le colture vegetali e circa l’86% delle superfici assicurate.

Considerando la rilevanza strategica che il settore agricolo riveste nel nostro Paese (secondo le stime del Crea l’intero sistema agro-alimentare vale in media oltre 522 miliardi di euro, pari a oltre il 15% del Pil italiano) il sistema pubblico ha cercato di incentivare il ricorso a strumenti di gestione del rischio da parte degli agricoltori. Se questi ultimi decidono di assicurarsi, e la copertura assicurativa rispetta determinate condizioni fissate dal Piano di Gestione del rischio emanato annualmente dal ministero delle Politiche agricole e forestali, possono ottenere un contributo pubblico fino al 70% del costo della polizza. Per l’Ania, tuttavia, sebbene sia stato riscontrato un miglioramento, tali agevolazioni non hanno fatto muovere di molto la propensione alla polizza contro il rischio nel settore della produzione agricola. Nel 2021 il mercato assicurativo agevolato ha raggiunto, in termini di valori assicurati, il record di 8,9 miliardi di euro, in crescita su base annua del 5,1%, così ripartiti: colture 6,5 miliardi di euro di valori assicurati; produzioni zootecniche 1,3; strutture 1,1 (stime Ismea). Sono risultate in crescita anche le superfici assicurate (+2,2% rispetto al 2020), per un ammontare di oltre 1,2 milioni di ettari, e il numero di polizze sottoscritte (+1%).

Una delle principali critiche mosse a tale sistema di agevolazioni è l’eccessiva e obbligata rigidità dei pacchetti assicurativi previsti dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura (Pgra) con combinazioni di rischio prefissate non sempre corrispondenti alle concrete preferenze degli agricoltori. "Un’offerta meno vincolata e più libera – evidenzia l’Ania – consentirebbe alle compagnie di modulare le coperture in base alle effettive necessità degli agricoltori e incentiverebbe questi ultimi a coprirsi anche contro rischi ad oggi non coperti, permettendogli in tal modo di godere di una maggiore protezione".

A limitare l’efficacia degli incentivi pubblici anche la complessità dell’iter per sottoscrivere una polizza agevolata. In tale quadro dal settore assicurativo arriva la richiesta di interventi più incisivi mirati ad accrescere la mutualità dal momento che l’aumento degli eventi catastrofali registrato negli ultimi anni, unito al fenomeno della sottoassicurazione, sta rendendo l’attuale sistema di coperture nel settore agricolo non più economicamente sostenibile.