Lunedì 29 Aprile 2024

Illumia cresce e investe ancora sul welfare aziendale

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NATA come una startup di una manciata di collaboratori, in gran parte neolaureati, a distanza di 15 anni Illumia è il quinto brand energetico a livello di riconoscibilità nel mercato nazionale, con oltre 200 dipendenti (nella foto sopra) che hanno un’età media di 33 anni. Una realtà giovane, con il cuore a Bologna, che ha sfidato i colossi del mercato, posizionandosi tra i player energetici più audaci del territorio nazionale. E’ il primo family business nel mercato retail di energia e gas, secondo la classifica dell’Autorità per l’energia. Nel 2006, anno in cui viene liberalizzato il mercato, diventa ufficialmente fornitore di energia elettrica e gas. Dal 2022 vende anche la connessione alla fibra ottica, posizionandosi come un provider di servizi per la casa, a differenza della tradizionale utility.

Il presidente di Illumia è Marco Bernardi (nella foto in basso) che guida il gruppo insieme al fratello Matteo e alla sorella Giulia e che, nel 2018, ha vinto il premio ‘Ey imprenditore dell’anno’ nella categoria ‘Innovation & digital transformation’. Inoltre, per il quarto anno consecutivo, l’azienda bolognese ha ricevuto il riconoscimento di ‘Welfare champion’ ed è stata eletta prima classificata, su oltre 6.000 aziende italiane intervistate, nell’indagine ‘Welfare index pmi 2022’ che valuta il livello di welfare nelle piccole e medie realtà produttive. Nel 2022, Illumia ha investito 800mila euro in attività di welfare per i suoi collaboratori, tra eventi, servizi alla famiglia, rimborsi per spese sanitarie e scolastiche e agevolazioni, destinando, ogni anno, il 2% dell’utile netto a iniziative di responsabilità sociale.

"Negli ultimi anni – sottolinea Bernardi – Illumia ha consolidato il suo impegno sul fronte del welfare con tanti spazi costruiti sulle esigenze del dipendente, luoghi dedicati alla formazione come l’Illumia Academy, ma anche al relax e alla condivisione come l’Illumia Garden, le sale break e la game room. Sono tante le facilities aziendali a disposizione, come il lavasecco a domicilio, l’autolavaggio, il servizio consegna pacchi in azienda, la spesa a domicilio e la flotta di biciclette elettriche, motociclette e monopattini. Fra le più amate iniziative di welfare – racconta – c’è l’Illumia Summer Camp, che ha l’obiettivo di aiutare i collaboratori con figli durante la sospensione scolastica". Illumia prevede anche un contributo di 1.000 euro a dipendente per ogni figlio che nasce e ha erogato, nel 2022, un altro bonus di 1.000 euro per far fronte al carovita. "Sul welfare per i collaboratori, che rappresenta la cultura aziendale Illumia, abbiamo sempre investito molto – spiega il presidente – e continueremo a farlo".

Il futuro di Illumia appare ricco di prospettive. "Usciamo dal 2022 – spiega Bernardi – con le spalle più larghe, dopo essere stati messi alla prova con una quantità di sfide a cui siamo riusciti a rispondere grazie alla professionalità, al tempismo e alla determinazione dei nostri collaboratori". L’azienda ad oggi conta quasi un miliardo di fatturato e un Ebitda di 32 milioni, secondo il bilancio 2021. Tra i progetti per il futuro, c’è quello di diventare il quinto player del mercato elettrico, anche come numero di clienti forniti. "Chiudiamo il 2022 – approfondisce Bernardi – con l’aggiudicazione di un lotto di circa 130.000 clienti nelle aste promosse da Acquirente Unico per il servizio tutele graduali, superando così i 500.000 clienti".

Risultati grazie ai quali Illumia può approcciarsi in modo importante al business della produzione di rinnovabili e all’attività di risparmio energetico "portata avanti – spiega il presidente – da E-Wide, la società di servizi energetici (Esco) del gruppo Tremagi, holding di Illumia, che effettua interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica ed è molto attiva sul fronte delle comunità energetiche".

E a proposito di energia, Bernardi traccia uno scenario della situazione attuale. "Il costo del gas – interviene – non sta certo calando per merito del Price cap, arrivato con grave ritardo rispetto ai momenti di criticità registrati nei mesi precedenti. La verità è che siamo stati molto fortunati, perché abbiamo avuto l’inverno più mite degli ultimi dieci anni, di conseguenza è diminuita la domanda di gas e sono scesi i prezzi, per la semplice legge della domanda e dell’offerta. Aver portato avanti, quest’anno, diverse operazioni di stoccaggio potrebbe aiutarci in prospettiva perché, se usciremo dal periodo invernale con più gas stoccato rispetto alla media storica, saremo avvantaggiati rispetto alla domanda del prossimo anno".

Tirando le somme – conclude Marco Bernardi – "possiamo senz’altro guardare con più positività al prossimo inverno, ma la situazione della dipendenza dalla Russia rimane. Occorre cambiare la strategia energetica, ma non si può prescindere dalla risorsa del gas, perché le rinnovabili non possono certo sopperire a tutto il fabbisogno energetico. Non è realistica una visione totalmente green dell’Italia e dell’Europa nel breve periodo, perciò non è pensabile demonizzare il gas, unica risorsa, attualmente, in grado di sopperire ai picchi della domanda".

Paola Benedetta Manca