Martedì 30 Aprile 2024

I vitigni autoctoni salvati da un premio

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È UNA STORIA di premi ricevuti e assegnati. Prima il riconoscimento di "Migliore distilleria del mondo", a Los Angeles; poi, per due volte consecutive, il brand ha conquistato il trofeo mondiale degli aperitivi. Ma l’azienda della famiglia Nonino è anche l’artefice del premio che, giunto alla quarantacinquesima edizione, trasforma Percoto una volta all’anno in capitale della cultura, riunendo scrittori, drammaturghi, filosofi, registi, scienziati e poeti di tutto il mondo. Un modo anche questo, sottolinea Antonella Nonino, per lanciare un messaggio di sostenibilità e di attenzione per il pianeta: "La conoscenza delle proprie radici è un valore da trasmettere alle nuove generazioni ed è tanto più importante farlo quanto più queste radici sono aperte al mondo".

Alle origini del Premio Nonino anche un atto di ribellione. "Quando, nel dicembre 1973, Benito e Giannola Nonino, i miei genitori, creano la grappa di singolo vitigno, il Monovitigno ® Nonino, rivoluzionano il sistema di produrre e presentare la grappa in Italia e nel mondo. Il successo è tale da indurre i distillatori italiani e stranieri a seguire il nostro modello. Sulla scia della sperimentazione del Monovitigno ® Picolit, nel 1974, cercando i vitigni autoctoni propri della nostra tradizione vitivinicola quali il Pignolo, lo Schioppettino, la Ribolla e il Tacelenghe, abbiamo scoperto che questi, dimenticati dal censimento Cee, erano divenuti fuorilegge. Il Premio Nonino Risit d’Aur (Barbatella d’oro nella lingua friulana) nasce come riconoscimento tecnico-scientifico per finanziare la ricerca ampelografica sui vitigni friulani e per premiare quei vignaioli che li avessero coraggiosamente impiantati. Ma soprattutto per ottenere l’autorizzazione comunitaria alla coltivazione di questi vitigni".

La manovra coglie nel segno. Grazie al Premio Risit d’Aur i vitigni autoctoni, vera ricchezza della cultura enologica friulana, nel 1978 sono stati prima autorizzati e poi raccomandati a livello comunitario. Dal premio tecnico-scientifico a quello letterario, nato per sottolineare la permanente attualità della civiltà contadina, il passo è stato breve. "Grazie a una giuria internazionale straordinaria e al fatto che è finanziato ed organizzato esclusivamente dalla mia famiglia, in maniera assolutamente indipendente – continua Antonella Nonino – il nostro è da anni diventato un riconoscimento prestigioso. Che ha anche anticipato sei Premi Nobel, fra cui quello a Giorgio Parisi (Premio Nonino 2005) assegnato l’anno scorso".s.n.