Lunedì 29 Aprile 2024

I fantasmi del passato

PUNTO e a capo. Dopo la morte della riforma costituzionale è defunto anche il ballottaggio. Morale: si apre un’autostrada a quattro corsie verso la prima repubblica. Ma i saggi insegnano che il passato torna solo a pezzi e della prima repubblica andiamo a replicare il peggio. La stabilità che, piacente o meno, era data dalla Dc non ci sarà più. Si squadernano praterie di compromessi, d’inciuci, di accordi sottobanco. Prevale il peggio della politica: non governi senza di me e quindi ti prendi la grande coalizione. Ma non siamo in Germania. Il gioco della politica qui è assai più spregiudicato e precario. Le grandi coalizioni, dalle parti nostre, sono compromessi al ribasso fra coniugi che litigano tutti i giorni perché costretti a condividere lo stesso appartamento. Si dia un’occhiata alle stime dei voti e alla distribuzione dei seggi alla Camera, dopo la sentenza. Grosso modo un terzo, un terzo e un terzo ai tre grandi schieramenti. Più qualche frattaglia che certo può fare la differenza, nella coalizione, ma non garantire la governabilità.

ORA cominceranno le grandi manovre su quella che con dolce eufemismo viene chiamata l’armonizzazione della legge elettorale fra le due Camere. I più arditi rilanceranno col premio di governabilità e corollari collegati. Ma una maggioranza in Parlamento utile a far passare un sistema maggioritario è pura chimera. Forse la cerca ancora Renzi al quale si prospetta uno scenario di paralisi, ma non la vuole Berlusconi. Sotto sotto, magari piacerebbe a Grillo, ma è guardingo e preferisce l’esistente che è un proporzionale quasi puro. Poi per lui vale il tanto peggio tanto meglio e non si vede perché dovrebbe cambiare musica.

Poi, diciamocela tutta. Una legge elettorale che garantisca maggioranze omogenee alla Camera e al Senato è impossibile. Al Senato non votano i diciottenni e i collegi sono regionali. Ci vuole il miracolo di San Gennaro perché con due elettorati diversi il risultato sia conforme. Può accadere, ma domina il caso. Quindi lo scenario è questo. Andiamo a votare a giugno con un sistema proporzionale, magari con qualche ritocchino, tanto per dire che persino la politica si occupa di leggi elettorali. Non sia mai che debba fare tutto la Corte Costituzionale. E poi via con la grande coalizione. Altro che governo e maggioranza il giorno dopo le elezioni. Adelante Pedro, cum juicio.

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