Giorgio Guidelli
Cesena, 15 dicembre 2014 - Certe storielle che senti in giro ti fanno passare la voglia. Di combattere. E di credere. Succede che una ragazza delle nostre parti, Marina, 27 anni, iperlaureata e ‘supermasterizzata’ in una scuola di stilismo, sogna di fare quello per cui ha sudato sui libri. Primo step: bussa a un’azienda e lì lavora, vedono che è brava a disegnare i suoi capi, dunque scatta la (legittima) voglia di mettersi in proprio.
La giovane speranza vuole provarci: creare una griffe tutta sua. Ma quando le vengono spiattellate davanti le carte per mettersi in gioco (supertasse, acconti spropositati e varie pozzanghere di difficoltà da saltare), tira i remi in barca. La sua corsa ai sogni è ferma ai box prima di partire. Marina decide di fare i bagagli. Salta sul primo aereo per Londra: pianterà lassù il seme della sua intraprendenza. Gli austeri sguardi britannici sono burberi qunto vuoi ma le condizioni per creare la rampa di lancio ci sono: tasse contenute e pochi girotondi burocratici. L’avventura della neo stilista parte in Inghilterra. Un altro talento (forse) è perduto.
Tante grazie, Italia.