Lunedì 29 Aprile 2024

Dove osano gli indecisi

I sondaggi fotografano da settimane più o meno lo stesso equilibrio tra i tre principali competitori delle prossime elezioni, con il centrodestra a circa 9-10 punti dagli altri due. Ma è chiaro che da qui al 4 marzo il sentimento che si rivelerà prevalente tra gli indecisi può determinare scenari tra loro molto diversi. Fino ad oggi la maggior parte degli analisti, compreso chi scrive, hanno considerato soprattutto due opzioni. Che alla fine prevalga la voglia di stabilità e si consolidi il vantaggio della coalizione ricostruita da Berlusconi quel poco che basta ad assicurarle una maggioranza autosufficiente. Oppure, che i molti ex elettori di centrosinistra ancora alla finestra, decidano alla fine di rivotare il Pd. Questo secondo scenario, con il centrodestra non autosufficiente e il Pd primo partito, aprirebbe la strada alle larghe intese. Un terzo scenario affiora, per ora, solo qua e là in singole rilevazioni, sostenuto da indizi più che da prove. Corrisponde all’eventualità che prevalga una diversa tendenza nella volata finale: un’ulteriore fuga dai partiti mainstream, moderati, baricentro delle due principali alleanze. A destra l’indizio è la crescita rilevata da tutti i sondaggi dell’ultima settimana che vedono lievitare la Lega dal 13 verso il 14%. A sinistra l’indizio è la crescita della lista +Europa che muove verso il fatidico 3%: un successo per la Bonino, ma un disastro per il Pd che si ritroverebbe con diversi seggi in meno rispetto a quelli previsti fino ad oggi e finirebbe sicuramente sotto ai 5 Stelle. Se poi questa tendenza alla fuga portasse ulteriore acqua a Di Maio e a Grasso, il terzo scenario sarebbe completo. L’ipotesi di una vittoria del centrodestra perderebbe terreno. Le larghe intese scomparirebbero dal binocolo. Crescerebbero le quotazioni della paralisi che porta a un nuovo voto subito.