Roma, 10 maggio 2016 - Un silenzio di 25 anni, poi l'improvviso risveglio. Così uno dei buchi neri più vicini alla Terra ha ripreso a sprigionare, nel disco di gas che lo circonda, un vento che soffia alla velocità di 3.000 chilometri al secondo. È la prima volta che un fenomeno simile viene osservato in un buco nero e i ricercatori dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie (Iac), che lo hanno descritto sulla rivista Nature, lo considerano fondamentale per calcolare la quantità di materia che viene espulsa.
"Lo studio di questo fenomeno ci permetterà di capire come i buchi neri divorano la materia", hanno dichiarato i due principali autori della ricerca Teo Munoz Darias e Jorge Casares, entrambi dello Iac. La nube, composta da elio e idrogeno, è stata osservata grazie al Gran Telescopio Canarias (Gtc), dell'Osservatorio internazionale del Roque de los Muchachos Observatory nelle Canarie, a La Palma.
Il buco nero che l'ha generata si trova nella costellazione del Cigno, dalla quale prende il nome (V404 Cygni), è distante otto anni luce dalla Terra e ha una massa pari a dieci volte quella del Sole. Il disco di materia che lo circonda un raggio di dieci milioni di chilometri e il vento che lo attraversa è così forte da trascinare via i gas così in fretta da strapparli alla fortissima attrazione gravitazionale esercitata dal buco nero.