Lunedì 6 Maggio 2024

Ucraina, vertice a 4 a Minsk, ultime chance di pace. Stretta di mano Putin-Poroshenko

Nuova strage a Donetsk: sei morti in un attacco alla stazione dei bus

Il vertice a quattro di Minsk, ultima chance per evitare la guerra in Ucraina (Ansa)

Il vertice a quattro di Minsk, ultima chance per evitare la guerra in Ucraina (Ansa)

Donetsk (Ucraina), 11 febbraio 2015 - Si continua a morire nell'est dell'Ucraina, ma mentre infuriano i combattimenti, c'è un barlume di speranza: nel pomeriggio a Minsk si incontrano Petro Poroshenko, Vladimir Putin, Angela Merkel e Francois Hollande per cercare di mettere fine a una guerra che ha già seminato 5.300 morti. Se ci sarà un "chiaro fallimento" del negoziato di Minsk, sulla già provata economia russa potrebbe arrivare una nuova stretta di sanzioni economiche da Ue e Usa. L'Europa potrebbe valutarla "politicamente" già domani nel vertice di Bruxelles, ma vararla a fine marzo. Gli Stati Uniti invece l'hanno preparata da tempo e Obama ha già annunciato, di poter anche inviare armi a Kiev come risposta al Cremlino. Ipotesi respinta praticamente da tutti nella Ue, a cominciare da Italia ("né oggi nè domani" ha detto Gentiloni) e Germania.

LA STRETTA DI MANO - Petro Poroshenko, ripreso di spalle, non si vede, ma Vladimir Putin addirittura sorride mentre aggancia la mano del collega: la stretta di mano tra il leader del Cremlino e il presidente ucraino ha dato il via a Minsk al vertice. Alla sinistra di Putin, anche il presidente bielorusso Alesander Lukahsneko sfoggia un ampio sorriso. E si intravede quello, meno convinto, appena accennato, della cancelliera tedesca Angela Merkel.

IL VERTICE - Il vertice vero e proprio è stato preceduto da un "breve colloquio" tra il presidente ucraino, Petro Poroshenko, il presidente francese, Francois Hollande, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel. 

Hollande e Merkel hanno confermato che "faranno di tutto" per arrivare come minimo al cessate il fuoco, che possa aprire la strada a un piano di pace più duraturo. In caso di fallimento del vertice - dove l'Ucraina e gli europei parleranno "con una voce sola", come ha detto Poroshenko - il presidente ucraino è pronto a introdurre la legge marziale su tutto il territorio; il presidente ucraino ha ribadito anche il no all'idea di una 'federalizzazione' dell'Ucraina, come vorrebbe la Russia e che permetterebbe di bloccare con il diritto di veto delle regioni separatiste l'evoluzione filo-europea di Kiev. La Germania ha messo le mani avanti per non illudere nessuno che si possa magicamente risolvere la crisi in un colpo: "C'è un barlume di speranza, niente di più", ha detto il portavoce del cancelliere tedesco. In realtà a sentire il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ci sono stati "notevoli progressi" nei colloqui preparatori.

Non è chiaro quale sia la cornice su cui lavoreranno i quattro leader: secondo la Ria Novosti, il Gruppo di contatto, è riuscito a elaborare un accordo preliminare sul cessate il fuoco e il ritiro delle armi. Ma il rappresentante dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Denis Pushilin, ha invece dichiarato che "è presto per parlare di un cessate il fuoco, almeno da domani". Di certo, come ha detto il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, il vertice di Minsk, sarà "un punto di svolta, nel bene o nel male". Di certo però non rasserenerà il clima della vigilia la notizia che da marzo l'esercito americano addestrerà quello ucraino. Non sono ancora le armi attese da Kiev, ma certo è qualcosa che non piace a Mosca.

LA NUOVA STRAGE - Nelle ultime ore i combattimenti sono stati particolarmente virulenti e hanno fatto vittime tra soldati, ribelli, ma anche civili. Dopo che martedì, nei combattimenti e sotto le bombe, erano morte almeno 37 persone, oggi a Donetsk, un minibus è stato colpito da proiettili: sono morte almeno sei persone e otto sono rimaste ferite. Poche ore prima, colpi di mortaio avevano ucciso l'autista di un bus nella stazione centrale e altri tre uomini in una fonderia.