Domenica 5 Maggio 2024

Tricolori, slogan e saluti romaniBorgate in marcia contro Marino

Silvia Mastrantonio ROMA L'AVEVANO chiamata la «marcia delle periferie», ma sarebbe stato più aderente siglarla come la manifestazione contro Ignazio Marino, sindaco di Roma. Contro di lui gli slogan scanditi tra piazza dell'Esquilino e Santi Apostoli da un insieme variopinto di persone che non superavano le tremila anime (5.000 secondo gli organizzatori). Pochi ma combattivi i manifestanti hanno accolto come un condottiero vittorioso, la delegazione di Tor Sapienza, la borgata divenuta simbolo della ribellione dei periferici'. E per non essere tacciati di razzismo i manifestanti hanno affidato a un immigrato il compito di portare il vessillo italiano, mentre risuonavano le note dell'Inno di Mameli. Gli altri venivano da Corcolle, Settecamini, Torpignattara, Pigneto e via discorrendo lungo la geografia di un hinterland troppo spesso abbandonato a se stesso. Giovani e meno giovani, qualcuno sorpreso a fare il saluto romano, altri semplicemente esausti di sopportare convivenze sempre più difficili. Il portavoce è Tor Sapienza che si prepara a incontrare nuovamente il sindaco, martedì, con una sfilza di richieste che vanno dalla chiusura del centro di accoglienza allo sgombero del campo nomadi passando per la riqualificazione dell'area. Sicurezza, servizi. Sono due i poli attorno ai quali gira l'insofferenza dei romani costretti a emigrare dai quartieri più centrali, ma non per questo disposti a cedere in qualità della vita. Così quando alla manifestazione è arrivata anche la notizia di un autista di mezzo pubblico che ha rivelato di essere stato aggredito dagli immigrati, non più di una manciata di giorni fa, al Villaggio Prenestino, gli animi si sono ulteriormente scaldati. «Siamo pronti a non pagare più le tasse», hanno ripetuto in coro i manifestanti che poi hanno affidato ai delegati dei vari quartieri il compito di raccontare tutti i disagi. Aree lontane dove il sindaco, hanno ripetuto in tanti ieri, neanche si è mai visto. Anche se quelle borgate o quei quartieri magari sono grandi come cittadine di provincia, difficilmente si prestano a fare da passerella ai politici. Proprio lì i problemi rischiano di diventare dinamite. IERI ERA presente anche l'ex sindaco Alemanno, in prima fila a contestare il suo successore. E non è finita qui perché c'è già un nuovo appuntamento fissato per il 21 all'Eur con corteo «contro la prostituzione e l'illegalità». Ecco, su questo puntano tutti da Tor Sapienza come dagli altri piccoli pianeti della galassia romana: ripristino della legalità. In nome e per conto di un principio che diventa vita quotidiana, i rappresentanti di Tor Sapienza saliranno al Campidoglio martedì. Via gli zingari, i romeni, gli occupanti abusivi di case e negozi vuoti dell'area: «Ci sentiamo assediati a casa nostra, ci sentiamo come gli apache. Adesso basta».