Thohir-Barbara superverticetra nuovo stadio e addio a San Siro

Claudio Negri Milano LEI IN VARIOPINTA blusa e gonna verde pastello. Lui (ovviamente) in pantaloni e giacca blu. Barbara Berlusconi ed Erick Thohir sorridono e si stringono le mani a uso dei curiosi di mestiere al termine del vertice Inter-Milan-Comune di Milano sullo stadio di San Siro. Vertice a modo suo storico: da una parte il Milan e il suo desiderio, già progettuale, di farsi l'impianto di proprietà al Portello entro il 2018 a giorni la decisione di Fondazione Fiera sul bando di assegnazione dei vecchi padiglioni dall'altra l'Inter che resterà a San Siro da sola, investendo in migliorie e ammodernamenti un'ottantina di milioni. Ascoltate con interesse le cuginanze, il sindaco Giuliano Pisapia ha ribadito la volontà del Comune di contribuire (3,5 milioni) ai lavori di ristrutturazione dello stadio in vista della finale di Champions 2016. Stadio e sorrisi a parte, le giornate milanesi di Thohir sono un ribollir d'agenda mercantile. All'ormai felice conclusione del rinnovo contrattuale di Mauro Icardi esteso al 2019, 2.5 milioni a stagione più bonus e senza clausola rescissoria il patron indonesiano non può amcora bissare con Samir Handanovic: il portiere dice per bocca del suo procuratore di voler restare all'Inter, ma le parti restano distanti e nelle ultime ore, stante la concreta possibilità di dipartita (sportiva) dello sloveno, l'Inter avrebbe sondato la Lazio per Federico Marchetti. Un altro sacrificando (con consolatorio ritorno economico, sarebbe Mateo Kovacic. Conferme invece per capitan Andrea Ranocchia e Juan Jesus. Il resto è pianificazione di sogni. Come quello di Yaya Touré (il pupillo di Roberto Mancini fa ogni giorno dichiarazioni da primadonna e sirena: adora il Manchester City, ma se ne avesse l'occasione...) o di Paulo Dybala, il puntero palermitano che tutti vorrebbero da qui agli spalti di Orione. Un altro obiettivo impegnativo è il torinista Matteo Darmian o quel Pedrito blaugrana che ha il contratto in scadenza nel 2016.