Roma, 28 agosto 2015 - Il Manchester City di Aguero e degli sceicchi; il Siviglia di Emery, con i neoacquisti Llorente e Immobile. L’urna di Montecarlo riserva alla Juve il girone più duro del lotto. A completarlo il Borussia Moenchengladbach, la più debole delle quattro squadre tedesche (è ultima in Bundesliga dopo due turni), ma la quarta fascia di valore ospitava anche Maccabi e Bate Borisov. La serenità di Marotta nei primi commenti a caldo la dice lunga sulle ambizioni della Juve, che vuole ad ogni costo l’approdo al secondo turno. Eppure il potenziale tecnico-economico del City e la regolarità del Siviglia ad altissisimi livelli suggeriscono un profilo basso.
La squadra dello sciecco Mansur Bin Zayd Al Nahyan, fratellastro del presidente degli Emirati Arabi, è da alcuni anni ai vertici della Premier League, anche se nell’ultimo torneo si è dovuta arrendere al Chelsea di Mourinho. Pellegrini è un tecnico sereno, tosto e preparatissino, un grande navigatore nei momenti più difficili. I petrodollari gli hanno già portato nuove stelle come Sterling e Otamendi e l’attaccante belga De Bruyne, valutato 70 mlioni di euro, sembra il prossimo arrivo.
CERTO l’equazione «più ricchezza più qualità» non è automatica ma la Juve di oggi, ancora alla ricerca di se stessa e di nuovi equilibri (senza Tevez, Pirlo e Vidal) dovrà crescere in fretta se vuole strappare la qualificazione. Anche perché il Siviglia è ormai una forza consolidata a livello europeo con le cinque vittorie in Europa League dal 2008 ad oggi. Il tecnico è supercollaudato e inossidabile alle emozioni e il suo team esprime sul campo una forza di carattere che l’ha sospinto a rimontare tre gol al Barcellona nella finale della Supercoppa europea.
Girone duro ma non impossibile anche per la Roma, che incoccia nel Barcellona campione d’Europa e nel piede fatato di Messi, ma il Bayer che ha inghiottito i sogni della Lazio, sembra alla portata della squadra di Garcia. Comunque vada, saranno scontri fra titani per la gioia di chi ama il calcio.