Venerdì 26 Aprile 2024

Rizzoli: "Sì alla tecnologia, ma la moviola è troppo"

Il fischietto emiliano: "La goal line technology è positiva, ma salviamo la decisione soggettiva"

L’arbitro Nicola Rizzoli (Foto LaPresse)

L’arbitro Nicola Rizzoli (Foto LaPresse)

Bologna, 20 dicembre 2014 - Un ricordo indimenticabile è un’emozione che va rivissuta al rallenty. A distanza di tempo, da soli, magari in silenzio. A Nicola Rizzoli sono serviti mesi per mettere a fuoco la consapevolezza di aver arbitrato una finale dei Mondiali di calcio. Un’impresa riuscita soltanto ad altri due grandi fischietti italiani come Sergio Gonella e Pierluigi Collina. Ma è cronaca di un’impresa annunciata, perché Nicola Rizzoli da Bologna è un collezionista di sogni realizzati: dalla Champions alla finale mondiale dello scorso 13 luglio in Brasile, passando per l’Europa League. «Amo le sfide e odio perderle», racconta il 43enne a margine del premio ‘Torre di Maratona’ ricevuto mercoledì scorso nella sua città, quando inevitabilmente si è finito a parlare di quella notte al Maracanà.

Rizzoli, si è rivisto in quel Germania-Argentina?

«Ho riguardato la partita e devo ammettere che me la sono goduta molto di più nel rivedermi. Me ne sto rendendo conto ultimamente di cosa voglia dire aver arbitrato quella finale: il momento della designazione è stata emozione pura, ma l’istante dopo è subentrata la concentrazione per un evento così importante. E in campo è successo lo stesso: all’inizio avevo i brividi per gli inni e i tifosi, poi la partita si è portata via tutto».

Come si prepara una partita così?

«Cerco sempre di arrivare al massimo sotto ogni punto di vista. Poi il segreto è aver scelto bene i miei assistenti (Renato Faverani e Andrea Stefani, ndr) con cui lavoro da tanti anni: anche attraverso i litigi, abbiamo costruito una grande squadra».

C’è qualche decisione di quella sera che cambierebbe?

«Un paio di situazioni: tornando indietro, ad esempio, non fischierei mai contro Higuain in quello scontro con Neuer. Lì era meglio non dare fallo».

Quanto aiuterebbe la moviola in campo?

«Intanto bisogna distinguere tra moviola e tecnologia: la tecnologia, nel 2014, è un ausilio da cui non si può prescindere e uno strumento come la ‘goal line technology’ è soltanto una cosa positiva. Sulla moviola, invece, sono scettico perché il rallenty toglie la dinamica all’azione e spesso non chiarisce: preferisco la valutazione soggettiva che si avvale di tutti e cinque i sensi, anche se uso molto la moviola per studiare».

Il consiglio federale della Figc ha dato l’ok dal prossimo campionato per l’uso della ‘goal line technology’, mantenendo gli arbitri di porta: cosa ne pensa?

«Se ci saranno entrambe le cose, sarà un grande beneficio per il calcio. Gli arbitri addizionali sono un valore aggiunto imprescindibile: se il lavoro di squadra è fatto in modo professionale, in campo si possono controllare cose pazzesche».

E’ vero che i calciatori brontolano meno?

«Sì, le proteste sono calate, ma mi aspetterei qualcosa in più da chi sta a bordo campo e non è coinvolto atleticamente».

E’ d’accordo con chi vorrebbe gli arbitri in tv a commentare nel post-partita?

«La comunicazione è fondamentale, ma credo che, al momento, in Italia non siamo ancora pronti per questo tipo di situazioni a caldo».

Come ci si abitua a vivere nell’occhio del ciclone?

«Noi arbitri la faccia ce la mettiamo sempre: sappiamo che in quei momenti tocca a noi decidere e, anche se possiamo sbagliare, dobbiamo farlo. In fondo siamo uomini che studiano, che fanno questo lavoro con passione e sacrificio».

Ma non le manca un po’ la vita da architetto?

«Purtroppo non ho tempo per dedicarmi a quella professione, però, sì, mi manca tantissimo».