Mercoledì 24 Aprile 2024

Lazio, Mauri: Peruzzi? Lo consigliai io. Vorrei vedere il derby in Curva

L'ex centrocampista e capitano della Lazio ha affrontato molti temi, tornando sulla disastrosa stagione dello scorso anno, e svelando alcuni aneddoti

Stefano Mauri

Stefano Mauri

Roma, 28 ottobre 2016 – “Mi sto allenando da un mese con il Racing di Giannichedda. Mi tengo in condizione qualora arrivasse una chiamata. Ho colto l’opportunità per essere pronto a giocare”. Parola di Stefano Mauri, ex centrocampista e capitano della Lazio, che attualmente è svincolato ed è in cerca di una squadra per poter dimostrare di poter giocare ancora. Dieci stagioni alla Lazio, fino al 30 giugno di quest’anno, quando il suo contratto è scaduto, e la società ha deciso di non rinnovarglielo. Bisognava staccarsi dal passato e ripartire, e i biancocelesti l’hanno fatto inserendo in rosa tanti giovani di qualità. Peccato che per Mauri non ci fosse più posto. “Cosa mi porto dietro della Lazio? Tantissime emozioni. È stata la mia casa, l’affetto dei tifosi lo porterò sempre con me. Sono stati più i momenti belli di quelli brutti. Io indispensabile per la Lazio? Bisogna sempre conquistarselo il posto. Sono sicuro che tutti gli allenatori che ho avuto e che avrò hanno sempre avuto bisogno di un calciatore con le mie qualità. Sia dal punto di vista tattico che delle qualità con i compagni. Sono sempre rimasto tranquillo in ritiro e poi mi sono conquistato il posto con il lavoro.Io ho caratteristiche particolari, che non sempre piacciono a chi vede le partita. Faccio dei movimenti a vuoto per liberare spazio ai compagni. Solitamente si guarda sempre chi ha il pallone e poco i movimenti senza palla. È difficile notarlo da fuori, bisognerebbe giocare e allenarsi insieme a determinati giocatori per capire la loro importanza” ha dichiarato ai microfoni di Radio Olympia l’ex capitano biancoceleste. Poi prosegue. “Lo scorso anno si poteva fare molto di più. Eravamo gli stessi del preliminare di Champions. Ci sono stati dei problemi, è innegabile. Non erano di facile soluzione, altrimenti saremmo tornati a giocare come l’anno prima. In questi casi si deve voltare pagina e fare dei cambiamenti. Inzaghi? Io conosco bene Simone, conosco le sue capacità. Evidentemente il modo in cui si è insediato non è quello normale. Però sta dimostrando di essere un ottimo allenatori, sia lo scorso anno che quest’anno. All’inizio del campionato la Lazio non giocava benissimo ma trovava i punti. Adesso sta migliorando. La strada è quella giusta, c’è ancora tanto da fare. Per il momento si stanno togliendo delle soddisfazioni. I giovani? Dipende dal periodo del campionato. Quando le cose vanno bene ti danno una grossa mano perché hanno entusiasmo. Quando le cose vanno male, con la pressione che c’è a Roma, è difficile inserirli. Simone sa quando è il momento giusto per farli giocare o prendersi delle critiche perché non li fa giocare”.

I SINGOLI - C’è tempo per parlare anche dei singoli. “Peruzzi? Angelo sicuramente è stato un grandissimo calciatore, è un grande uomo. Ha portato un cambiamento di rotta: è importante che sia stata inserita questa figura. Io ho sentito qualcuno e mi hanno detto che ha risolto diversi problemi, compreso quello con Keita. Il giorno che Angelo ha smesso di giocare speravo che la società lo tenesse, provai io stesso a convincerla. Evidentemente non c’erano le condizioni ideali per tenerlo sin da subito. Porterà un grandissimo valore aggiunto alla squadra. Io dirigente o allenatore?Ancora non ho preso questa decisione. Magari faccio tutti e due i ruoli. Scherzi a parte, ho fatto il primo corso da allenatore. Ho già il primo patentino. Ma prima aspetto di finire di giocare. Biglia capitano? È uno che parla poco, ma all’interno dello spogliatoio ha un grosso peso specifico. Il problema della fascia è stata tutta colpa mia che me ne sono andato e poi tornato. In quei giorni non ero a Formello quindi non so chi è stato a sceglierlo. Ma i mal di pancia ci sono in tutti gli spogliatoi, anche nelle squadre che vincono lo scudetto. Keita? Le qualità le conosciamo tutti. È addirittura migliorato ultimamente. Adesso è facile per lui comportarsi in una determinata maniera perché in estate ha commesso degli errori. Sta più attento visto che i compagni lo hanno appena perdonato. Bisogna vedere tra qualche tempo se riuscirà a continuare a comportarsi bene. Anche la società deve fare la sua parte. Lui è un giocatore che per il tipo di lavoro che fa corre tantissimo, recupera un’infinità di palloni e segna tanti gol. E nel calcio contano i numeri: negli ultimi anni avrà segnato 30 gol. Se tutti gli allenatori poi lo fanno giocare un motivo ci sarà…”.

GLI OBIETTIVI DELLA LAZIO - Infine sul campionato che dovrà affrontare quest’anno la Lazio. “Un campionato semplice: arrivare in zona Europa il prima possibile, poi se c’è l’occasione puntare anche alla Champions. Però per storia e blasone la Lazio deve arrivare tra le prime cinque.La Juve parte favorita, poi ci sono Napoli e Roma. E dopo tutte le altre. I tifosi? L’apporto del pubblico è fondamentale. I problemi sono sotto gli occhi di tutti. La squadra ha bisogno dei tifosi, è vero anche che se la squadra porta dei risultati i tifosi torneranno a riempire le tribune. L’emozione più grande? Indubbiamente quella del 26 maggio. Sia per la tensione e la preparazione della sfida. Poi alzare la coppa è stato indescrivibile. Il derby del 4 dicembre? Mi piacerebbe andare in Curva visto che non ci sono mai stato”.