Lunedì 20 Maggio 2024
LUCA PASQUARETTA
Sport

Juventus, Buffon è a tre passi dalla storia

In attesa del big matc col Bayern, continua la marcia inarrestabile dei bianconeri

Gigi Buffon (Newpress)

Gigi Buffon (Newpress)

Torino, 12 marzo 2016 - Un gol, tre punti e un pezzetto di  scudetto in cassaforte. Ha vinto di misura, ha sofferto come una provinciale nel finale, una delle peculiarità delle grandi squadre, ma alla fine ha portato a casa l’intero bottino, senza subire gol, una consuetudine nelle ultime 10 gare di campionato.

E’ la Juve 2.0 di Allegri, impressionante come Dybala, da record come Buffon. Ha deciso l’argentino con quel sinistro un po’ così, che tanto assomiglia a Sivori. Ieri sera ha regalato allo Stadium un gol alla Messi, magie in serie, numeri da circo fino a quando non è stato sostituito da Morata. Indossa la camiseta numero 21, ma è un «dies» a tutti gli effetti. «Non si pensa su quei tiri, non l’ho stoppata bene e ho tirato – ha detto – E’ stata una partita difficile, manca poco alla fine, dobbiamo vincere in tutti i modi, uno a zero o dieci fa lo stesso. La sofferenza? Siamo calati non abbiamo giocato come nel primo tempo, siamo stati costretti ad indietreggiare. Il Bayern? Niente è impossibile nella vita, nel calcio nemmeno».

Gli sono bastati pochi mesi a Dybala per prendersi la Juve, per dimostrare di poter scrivere la storia di questa società, come Buffon. E’ stata anche la notte di Gigi, prodigioso nel finale su Sansone. Ha superato il record di imbattibilità di Zoff, raggiungendo quota 926 minuti, a soli 3 minuti da Sebastiano Rossi, il portiere che più di tutti è riuscito a tenere la saracinesca abbassata in serie A. Potrebbe tagliare il traguardo nel derby prima della sosta di Pasqua. Dal Sassuolo è Sassuolo, oltre la classifica è cambiato pure il risultato, anzi, è stato ribaltato. La Juve è cresciuta, è tornata vorace, consapevole dei propri mezzi e della propria forza.

JUVENTUS-SASSUOLO, LA PARTITA

Il bottino è pazzesco: 18 vittorie e 1 pareggio, 40 gol fatti, solo 6 subiti da quel 28 ottobre, da quella notte maledetta, quando tutto sembrava perso, quando la concorrenza ha creduto di aver eliminato i bianconeri dalla lotta scudetto. Mai dire mai. Invece sul campo Buffon e compagni hanno dimostrato di essere ancora i più forti almeno in Italia. Ora sotto con il Bayern per rendere realizzare il sogno (cit. Allegri), cancellando quell’ossessione europea, un cruccio per Sacchi, attaccato dalla curva Scirea ieri sera la stessa che ha tributato uno striscione e qualche coro («Portaci a Milano», stadio dove quest’anno si giocherà la finale di Champions) al tecnico livornese. «Panchina d’oro: vincere non è importante è l’unica cosa che conta. Congratulazioni mister ». Così recitava. E’ la prima volta da quando Allegri ha ereditato la panchina di Conte. Un segnale? Forse. A lui interessano i fatti.

La classifica dice: più 6 sul Napoli, più 11 sulla Roma. Toccherà a loro rispondere. Con questi numeri è davvero difficile pensare che qualcuno possa mettersi fra la Juve e il quinto scudetto consecutivo, bello ed avvincente forse come il primo di Conte.