Lunedì 6 Maggio 2024

Il Cio prende tempo ma contro il doping serve più decisione

Giuseppe Tassi

Giuseppe Tassi

Un'Olimpiade segnata dal boicottaggio è sempre un’Olimpiade dimezzata, come dimostrano i contestati Giochi di Mosca ‘80 e Los Angeles ‘84.

Partendo da questo presupposto, l’esecutivo del Cio è arrivato a una scelta salomonica: le Olimpiadi di Rio restano vietate all’atletica russa, denunciata dalla stessa federazione internazionale, ma gli altri sport potranno essere presenti, nonostante il polverone sollevato dal rapporto McLaren.

Il timore che l’esclusione della Russia scatenasse un pericoloso domino fra i paesi alleati di Putin, determinando un nuovo boicottaggio, ha spinto il Cio a scegliere una soluzione meno estrema. Anche perchè qui non ci sono in ballo motivazioni politiche né l’invasione dell’Afghanistan; qui si parla di doping, un cancro interno al sistema sportivo, che lo stesso Cio dovrebbe curare e governare. Il sospetto estremo, ma non infondato , è che in altre edizioni dei Giochi si sia fatto ricorso a una sorta di doping di Stato mai venuto apertamente alla luce.

Ecco perché Bach ha scelto la via della cautela, congelando le accuse del rapporto McLaren ma minacciando la Russia di fermare il mondiale di calcio del 2018, se non arriverà un vero repulisti di stato in materia di doping. Resta il problema degli atleti che dimostreranno di essere puliti.

Sarebbe un assurdo farli gareggiare sotto la bandiera del Cio. Si sfrutti invece lo scandalo Russia per un’azione mondiale coordinata contro il doping , i suoi stregoni e gli apparati statali conniventi. Nessuno la boicottera’.