Martedì 21 Maggio 2024
ANGELO COSTA
Sport

Giro d'Italia, continua la guerriglia tra Nibali e Valverde e guizza lo Squalo

A Cividale lo il siciliano piazza una bella zampata, buon preambolo prima del tappone dolomitico

Nibali batte Valverde in volata a Cividale (Ansa)

Nibali batte Valverde in volata a Cividale (Ansa)

Cividale del Friuli, 20 maggio 2016 - Avanti con la guerriglia. Stavolta è Nibali a guadagnare su Valverde: dopo aver attaccato due volte in salita nell’impegnativa tappa friulana, il siculo soffia l’abbuono allo spagnolo, rimontandolo nello sport per il terzo posto. «Nello sprint finale oggi è andata bene a me, Alejandro è partito lungo e ha trovato il vento contro. Io ho attaccato con i miei compagni nella penultima e ultima salita, Scarponi e tutti gli altri sono stati eccezionali. Valverde corre da attendista, lo conosco, il nostro finora è stato un gioco più di testa che di gambe. Oggi è stata la prima vera giornata dura, ma ce ne aspettano tante altre. Non devo concentrarmi solo su Valverde, quelli scollinati davanti sono tutti in forma e temibili come avversari», il bilancio dello Squalo.

Il più contento di tutti è il luogotenente di Valverde, Andrey Amador: nel giorno in cui si stacca due volte in salita, sulla spinta degli uomini di Nibali, diventa il primo costaricano in rosa. Ovvia la gioia, anche se rischia di esser di breve durata: col tappone dolomitico alle porte, è già tempo di tornare ad aiutare il capitano. «La tappa è stata durissima,nel finale ho provato anche a guadagnare qualche secondo. Non sono uno scalatore puro, sapevo di poter perdere in salita, ma anche di poter recuperare in discesa: ho sfruttato l'occasione al meglio e grazie a un ottimo gioco di squadra ce l'ho fatta. Valverde resta il capitano della Movistar, lo aiuterò nei giorni che vengono, sono la sua spalla, una seconda linea per la squadra, di cui devo e voglio rispettare le aspettative. Questa maglia rosa mi lascia senza parole. Il Giro è la mia corsa preferita, mi piacciono i percorsi e il calore della gente, sono davvero al settimo cielo. Ci tengo a ringraziare il Costa Rica e tutti quelli che da lontano e vicino mi supportano. Il mio è un paese piccolo, ma dal cuore grande in cui il ciclismo sta crescendo notevolmente. La giornata di oggi è un piccolo mattone in questo percorso di crescita, sono felice di esserne l'artefice».

Festa Amador, che spera di fare ancora più pubblicità al ciclismo in un Paese che pensa solo al calcio. «I miei connazionali sono sempre pronti a supportarmi e appoggiarmi nel bene e nel male, perché la vita non è sempre rosa come oggi, ma facciamo progressi e io sono contento e ringrazio tutti quelli che mi hanno appoggiato», dice Amador. Succede tutto questo nella tappa che, dopo cinque anni, riporta in cima al podio di giornata Mikel Nieve, basco di 31 anni, chiamato all’ultimo momento al Giro per aiutare un altro basco, Landa, costretto giàè a fermarsi. Così Nieve, che ha scelto il ciclismo in quanto troppo debole per la pelota, sfrutta la chance di correre libero e torna a fare centro.

«Dopo l’abbandono di Landa, su cui puntavamo per conquistare la maglia rosa, il nostro obiettivo è cambiato ed è diventato vincere una tappa. Oggi ci ho provato da lontano ed è andata bene. A chi dedico questa vittoria? È per tutta la squadra e per i miei cari. Per la squadra è molto importante per il morale, per me è davvero una grande soddisfazione perché non vinco molte gare e trionfare di nuovo al Giro, una corsa che amo, mi rende molto felice. Se Landa fosse stato ancora qui non avrei avuto questa occasione, oggi avrei lavorato tutto il giorno per lui come suo gregario».