Martedì 21 Maggio 2024
MARCO GAVIGLIO
Sport

Giro di Svizzera: Van Garderen alla riscossa, Barguil nuovo leader

Dopo la crisi di ieri l’americano si impone nella tappa regina di Sölden, mentre il francese guida ora la classifica con 21” su López e 24” su Talansky. A più di due minuti l'ex leader Kelderman

Tejay Van Garderen a braccia alzate (foto Tim De Waele)

Tejay Van Garderen a braccia alzate (foto Tim De Waele)

Sölden (Austria), 17 giugno 2016 - La tappa regina con arrivo al ghiacciaio austriaco di Sölden saluta la vittoria solitaria di Tejay Van Garderen e riscrive, ancora una volta, le gerarchie di questo Tour de Suisse senza padroni nel quale, anche oggi, gli uomini di classifica hanno atteso il finale per darsi battaglia, lasciando la ribalta all’ex recordman dell’ora Matthias Brändle, in testa fino agli ultimi 5 km dopo aver seminato per strada il compagno d'avventura Iljo Keisse.

Nuovo leader della corsa è il non ancora 25enne Warren Barguil, che strappa la maglia gialla dalle spalle del coetaneo Wilco Kelderman giunto al traguardo con due minuti di ritardo dopo aver perso contatto a 8 km dalla vetta del ghiacciaio alpino, primo dei big a mollare se si eccettua l’ex leader Pierre Roger Latour, ritiratosi per l’aggravarsi della bronchite che già ieri lo aveva debilitato. A tagliare il traguardo per primo, come detto, è stato Tejay Van Garderen, partito a 4,5 km dall'arrivo e capace di anticipare di 16" il giovane colombiano della Astana Miguel Ángel López e lo stesso Barguil: una bella reazione d'orgoglio per il corridore americano che i panni del grande sconfitto li aveva vestiti ieri, perdendo a sua volta quel paio di minuti di troppo che gli costerà, con ogni probabilità, la possibilità di giocarsi la vittoria o quantomeno un posto sul podio nella cronometro di domani, a Davos.

Superate le grandi montagne, infatti, il Tour de Suisse resta più che mai aperto, perché né Barguil né tantomeno López, che in classifica lo segue a 21", sono specialisti del tic-tac. Attenzione allora a quello che potrà fare un altro americano, il redivivo Andrew Talansky, che è terzo a soli 24" dal nuovo leader. Del 27enne di Miami, tra infortuni e delusioni, nell'ultimo anno e mezzo si erano quasi perse le tracce, ma attenzione: stiamo pur sempre parlando di uno dei pochi corridori al mondo a potersi vantare di aver battuto, in un colpo solo, sia Froome che Contador. È storia del Giro del Delfinato di due anni fa.

Dalla lotta per il successo non può ancora essere escluso nemmeno il leader della Movistar, Jon Izagirre, che rimane quarto pur avendo perso oggi qualche secondo di troppo, ma che domani potrebbe esaltarsi in una cronometro che sembra fatta su misura per lui: tanti su e giù distribuiti su poco meno di 17 km, l’ideale per un corridore esplosivo e che sa andar forte contro il tempo pur non essendo un grande passista.

Un capitolo a parte lo merita Geraint Thomas, il gallese su cui la Sky sta tentando lo stesso esperimento riuscito, nel passato recente, con Sir Bradley Wiggins: ma il successo di un’operazione delicata come quella di trasformare un grande pistard in uomo da Tour de France non è affatto scontato, e infatti anche oggi Thomas ha lasciato sul campo più di un minuto, venendo scavalcato in classifica anche da Van Garderen. E pensare che a tirare il gruppo fino ad appena 2 km dalla vetta era stato uno suo gregario d'eccezione, il campione del mondo a cronometro Vasil Kiryenka. Sforzo vano, quello del bielorusso, che se non altro - e a patto di aver tenuto ancora da parte qualche energia - domani potrà sfoggiare la maglia arcobaleno in cerca di gloria personale