Mercoledì 24 Aprile 2024

Giro d'Italia stregato per i velocisti italiani. Nibali: faccio il massimo, rispettatemi

Giornata senza danni per Nibali: si è a lungo concesso ai tifosi, con selfie e autografi

Kluge irraggiungibile per gli sprinter italiani (AFP)

Kluge irraggiungibile per gli sprinter italiani (AFP)

Cassano d'Adda, 25 maggio 2016 - Mancano i big dello sprint, ma per gli italiani è notte: a Cassano d’Adda, in festa per i 50 anni della vittoria al Giro del suo figlio più celebre, Gianni Motta, a vincere è il tedesco Roger Kluge, fin qui più popolare come pistard che non su strada.

A trent’anni centra la prima tappa rosa rimontando Pozzato, che aveva provato a sorprendere il gruppo a un chilometro e mezzo dal traguardo.

«Dopo tanti piazzamenti in carriera finalmente è arrivata la vittoria. Ho realizzato un sogno, oggi sono l’uomo più felice del mondo. Ho provato ad anticipare la volata, ho messo nel mirino Pozzato e sono riuscito a saltarlo. Sono davvero felicissimo», racconta l’ex apripista di Kittel, che rende meno amara la corsa della sua squadra, la svizzera Iam, che proprio in questi giorni ha avuto la conferma dai suoi titolari che cesserà l’attività..

Niente da fare per i nostri, a cominciare da Giacomo Nizzolo (Trek Segafredo), al nono secondo posto sulle strade del Giro: «Questa vittoria al Giro sembra proprio stregata per me. Mi dispiace non aver centrato il successo per tutti i tifosi e i tanti amici venuti oggi a vedermi. Non ho comunque rimpianti, abbiamo usato tutti gli uomini che avevamo. Ormai ci resta solo Torino, non possiamo fallire. La maglia rossa? Sono felice di averla sulle spalle, ma vorrei tanto anche una tappa».

Stessi pensieri per Sacha Modolo, quarto. «Sono arrabbiato, soprattutto perché vorrei davvero regalare una vittoria alla squadra. Sono partito ai 600 metri per chiudere, ho dovuto fare tre volate. Sto bene ma purtroppo la vittoria non arriva. Domani forse è troppo dura ma proverò a tenere duro. Nella terza settimana le forze rimaste sono poche, ma io mi sento bene e darò il tutto per tutto per provare a portare a casa una tappa».

Fra i battuti di giornata finisce inevitabilmente Pippo Pozzato, davanti fino a pochi metri dal traguardo. «Mentre lavoravo per rompere i cambi per Zhupa che era ancora in fuga (l’albanese, partito dopo due chilometri con Brutt e Oss è stato raggiunto a due chilometri dallo striscione, ndr) e per tenere davanti Belletti, mi si è presentata l’occasione: ho provato a coglierla. Ho preso qualche metro così ho tirato dritto, effettivamente era troppo presto partire a quella distanza con il tanto vento che c’era, in più è stata una tappa tirata e le gambe dopo tanti giorni di corsa sono quelle che sono».

E Nibali? La notte dopo la batosta di Andalo riconsegna al gruppo un campione stizzito per le critiche ricevute. «Voglio andare avanti per rispetto dei tifosi, della famiglia e di tutto il lavoro che ho svolto per arrivare fino a qui. I giornali? Non li leggo in questi giorni perché non mi piacciono le critiche... Ricordo che stiamo parlando di sport: è chiaro che ho avuto due giorni difficili, ho sempre dato il massimo ma più di così non vado. Il primo ad essere deluso sono io, ma non accetto critiche che non rispettano la mia persona e che nulla hanno a che vedere con il ciclismo».

Uno sfogo che il viaggio nella Bassa lombardo ha forse stemperato: all’arrivo, il siculo si è a lungo concesso ai tifosi, con selfie e autografi.