Domenica 19 Maggio 2024
PAOLO FRANCI
Sport

Champions, Barcellona-Roma: Florenzi cerca il bis

Giallorossi al Camp Nou per l'impresa impossibile che potrebbe cambiare la stagione europea

Alessandro Florenzi carica la Roma (LaPresse)

Alessandro Florenzi carica la Roma (LaPresse)

Barcellona, 24 novembre 2015 -  Play. Le immagini che corrono sul video. Pausa. Eppoi di nuovo play, fino a consumare il dvd. Così Ale Florenzi studia Dani Alves. Senza staccare mai gli occhi dallo schermo ne assimila movimenti, giocate, imbucate e invenzioni. Perchè mirare in alto nel calcio non è peccato. Anzi. Mi volete terzino? Allora punto al meglio. «Studio Dani Alves», disse nel dopo gara di Frosinone a chi gli chiedeva come si vedeva da terzino. E la notte del 17 settembre, all’Olimpico contro il Barcellona, da terzino la fa grossa.

Segna quel gol pazzesco da centrocampo e mette la museruola a Neymar, solleticando le fantasie di mercato del mondo blaugrana. Nella Roma che cerca la perfezione per fare il miracolo al Camp Nou, ci sarà anche lui. Stavolta qualche metro più avanti, nel trio d’attacco.

Lo guarderà ingolosito l’ex Luis Enrique – affettuoso: «Spero che la Roma passi il turno», ha dichiarato – che, si sa, vorrebbe anche Pjanic. Lo incrocerà l’uomo che corre nei dvd, Dani Alves, che ieri l’ha incoronato: «Florenzi mio erede? E’ un grandissimo giocatore – ha dichiarato il brasiliano – ha un’enorme qualità, un piede eccellente.E’ un giocatore da tenere presente e tutti quei giocatori che verranno al Barcellona per aiutarci saranno sempre i benvenuti, perchè questo è uno sport di squadra». Tutto per la squadra. Un concetto che per Florenzi è una sotto maglia.

Terzino, attaccante, centrocampista. Dove lo metti sta, sempre con un rendimento altissimo. Ma, come dice Dani Alves, il calcio è un gioco di squadra e la Roma, stasera, dovrà essere perfetta: «Il possesso palla sarà loro. Dobbiamo sfruttare gli spazi. Se ci difendiamo e basta la perdiamo», dice Garcia. Ripartire, tagliare, inserirsi, l’identikit di Florenzi, uno che rincorre l’avversario fino a non averne più, ma capace di segnare gol pazzeschi, come quello segnato al Genoa in rovesciata due anni fa. Ci ha messo un pò a convincere la gente che il suo calcio non è solo polmoni e sacrificio.

E sa che il Camp Nou è una montagna quasi impossibile da scalare, a maggior ragione se non hai Salah e Gervinho e se De Rossi è ancora in dubbio. Ma ci proverà, eccome, provando a trascinare i suoi, magari dopo aver pigiato il tasto play, guardando e riguardando quel vecchio spot di Leo Messi: «Impossible is nothing», recitava. Nulla è impossibile.