Mercoledì 24 Aprile 2024

Inter, nuovo tonfo in Europa League e qualificazione a forte rischio

A Praga lo Sparta colpisce al 7’ e al 25’ con Kadlec su due dormite della difesa nerazzurra. Nella ripresa Palacio riapre la gara ma subito dopo il rosso a Ranocchia i cechi la chiudono sul 3-1 con Holek.

Frank de Boer

Frank de Boer

Milano, 29 settembre 2016 - L’Inter torna imbarazzante in Europa League e crolla anche davanti allo Sparta Praga per 3-1 dopo la batosta casalinga nell’esordio nel girone K con l’Hapoel Be’er Sheva. Allo Stadion Letná De Boer fa turn over e schiera il 4-2-3-1 annunciato alla vigilia con Handanovic in porta, difesa D’Ambrosio-Ranocchia-Murillo-Miangue, Gnoukouri e Felipe Melo sulla linea mediana dietro al trio di trequartisti Candreva-Banega-Eder e all’unica punta Palacio, che indossa la fascia di capitano in assenza di Icardi.

Sulla panchina dello Sparta dopo la movimentata sconfitta nel derby con lo Slavia e le dimissioni di Scasny debutta il tecnico dell’Under 19 Holoubek, che è privo della stella Rosicki e sceglie un 4-4-1-1 molto giovane con il fantasista Dockal alle spalle di Vaclav Kadlec. E al 4’ è l’altro Kadlec, il centrocampista Michal, a scoccare il primo tiro verso la porta dell’Inter, un sinistro rasoterra dal limite bloccato a terra da Handanovic. E il risultato si sblocca già al 7’, quando Ranocchia sbaglia un rinvio e Cermak fa arrivare la palla a Dockal, che dal limite dell’area prolunga per Vaclav Kadlec; favorito da una goffa scivolata di Felipe Melo il centravanti ceco infila di sinistro l’angolino basso alla destra di Handanovic. Reduce da una fastidiosa lombalgia Murillo sembra in stato confusionale e nel giro di pochi minuti perde un pallone pericoloso al limite dell’area e poi si scontra con Ranocchia, ma in entrambe le occasioni i cechi non ne sanno approfittare. Il difensore colombiano rischia anche un rigore per un dubbio intervento da dietro su Vaclav Kadlec in uscita dall’area, ma l’arbitro portoghese Dias sorvola. L’Inter si fa vedere per la prima volta al 22’ con Candreva, che se ne va sulla fascia destra per poi rientrare sul sinistro vedendosi deviare la sua conclusione in angolo da un difensore. Sul corner D’Ambrosio svetta su tutti, ma manda fuori di parecchio. Al 25’ arriva il raddoppio, favorito da una clamorosa dormita generale della difesa nerazzurra, immobile su un calcio di punizione dalla trequarti battuta a sorpresa da Frydek. Vaclav Kadlec riceve palla in splendida solitudine e batte ancora Handanovic, questa volta di destro. Al 35’ Murillo evita il tris con una gran scivolata ad anticipare Cermak davanti alla porta.

Si va all’intervallo sul 2-0 e si ricomincia con gli stessi 22 in campo. Ranocchia rimedia subito un giallo e sulla punizione battuta di nuovo in fretta lo Sparta sfiora il tris con Karavayev, che colpisce l’esterno della rete. Al 51’ V. Kadlec cerca la tripletta con un pallonetto di controbalzo sull’uscita di Handanovic, sarebbe stato un vero eurogol ma la palla sorvola la traversa. Timida reazione interista al 53’, quando Ranocchia non inquadra la porta di testa su angolo. Al 56’ è il momento del debutto in nerazzurro per Ansaldi, che rimpiazza uno spento D’Ambrosio. Allo scoccare dell’ora di gioco Candreva crossa dalla destra per il fino ad allora impalpabile Eder, che di testa manda in curva. Al 62’ ecco il primo tiro nello specchio dell’Inter con Palacio, un sinistro da posizione defilata che Koubek respinge sul primo palo chiudendo le gambe. Al 63’ de Boer toglie il migliore dei suoi, Candreva, che fa spazio a Perisic.

Poco dopo Frydek è costretto a uscire in barella dopo un contrasto aereo con Felipe Melo e una rovinosa caduta. Il centrocampista ceco finisce in ospedale per accertamenti e al suo posto entra Joulis. A metà ripresa cominciano gli olé dei quasi 15mila del Letná sui passaggi tra i padroni di casa. Al 70’ de Boer affida le ultime speranze a Icardi, fuori Gnoukouri. E un minuto dopo Maurito mette subito lo zampino nel gol che riapre la gara: la difesa ceca pasticcia per la prima volta perdendo palla sulla trequarti, Icardi prolunga per Eder che serve l’accorrente Palacio, abile a infilare Koubek con un preciso rasoterra. Al 75’ Ranocchia rimedia però la seconda ammonizione con un netto fallo sulla trequarti e lascia la sua squadra in 10. Sulla punizione conseguente arriva il 3-1 per lo Sparta con Holek, che deve solo spingere in porta di testa da due passi sulla sponda di testa di Mazuch. Anche in questo caso non pervenuta la difesa interista.  All’87’ Icardi gira di testa in porta ma la palla è centrale e Koubek blocca, mentre all’88’ il capitano manda in porta Eder, che però spreca non centrando lo specchio sull’uscita del portiere ceco. L’Inter bicefala mostra di nuovo la sua faccia peggiore e torna Cenerentola in Europa raccogliendo la prima sconfitta a Praga dopo i successi del 1969 e del 1986 per 1-0 in Coppa Uefa.

I nerazzurri restano ultimissimi nel gruppo K a quota zero mentre lo Sparta sale a 3 dietro ad Hapoel e Southampton, che pareggiano 0-0 e arrivano a braccetto a 4 punti. “Se cominci con un atteggiamento sbagliato dopo puoi parlare di tattica quanto vuoi, ma la prima cosa è metterci la testa giusta. Sul secondo gol abbiamo sbagliato regalando una rete incredibile. Il secondo tempo è andato leggermente meglio, ma sicuramente non come vorrei io. Dopo il rosso a Ranocchia è diventato tutto più difficile, e infatti è arrivato il 3-1 che ha chiuso i giochi. Abbiamo concesso troppo e dobbiamo migliorare molto in questo perché oltre ad aver sbagliato alcune giocate dovevamo stare in campo meglio, altrimenti sarà difficile anche nelle prossime gare. Gnoukouri non ha fatto molte partite finora, dobbiamo pensare a fargli fare qualche gara perché potrebbe giocare anche domenica, lo stesso per Candreva che finora è sempre stato presente.

Abbiamo cambiato solo un paio di giocatori come Icardi e Perisic, quello che conta è scendere in campo con lo spirito giusto” commenta un amareggiato Frank de Boer. “Dobbiamo capire che giocare in Europa non è semplice, è completamente diverso che in Italia; dobbiamo giocare come un derby tutte le partite, e finora non lo abbiamo mai fatto. Abbiamo cominciato a giocare solo quando eravamo già sotto 2-0, nel secondo tempo abbiamo fatto meglio, ma dopo l’espulsione è diventata dura. Sul secondo gol dovevamo metterci sulla palla, me lo hanno insegnato da piccolo, ma oggi nessuno si è messo in quella posizione lasciando l’avversario libero; è stato un errore collettivo, quando si perde è colpa di tutti, come quando si vince è merito di tutti. Ci aspettavamo una squadra forte perché loro hanno cambiato allenatore e c’è sempre la voglia di dimostrare qualcosa con un nuovo tecnico. Non è il momento di parlare ora, dobbiamo tirare fuori tutto quello che abbiamo dentro e pensare alla Roma perché non c’è tempo” aggiunge un Felipe Melo già proiettato sulla trasferta di domenica all’Olimpico. E mentre Joao Mario sembra in grado di recuperare per il posticipo, l’ex patron Massimo Moratti rivela di aver offerto un assegno in bianco a Franco Sensi per Totti, ma il patron giallorosso rifiutò di stabilire una cifra per la cessione del suo capitano.