Mercoledì 24 Aprile 2024

Bologna, parla Donadoni: «Difficile comprendere Diawara. Non cambieremo molto sul mercato»

La diatriba da Amadou e Diawara continua a tener banco a Castelrotto, dove la squadra ha iniziato a lavorare in vista della prossima stagione. Già fermo Maietta, mentre Destro prosegue in un lavoro differenziato.

La squadra a Castelrotto agli ordini di Roberto Donadoni (LaPresse/Massimo Paolone)

La squadra a Castelrotto agli ordini di Roberto Donadoni (LaPresse/Massimo Paolone)

Castelrotto, 11 luglio 2016 – Primo giorno completo di lavoro per il Bologna a Castelrotto, sede della prima parte del ritiro estivo dei rossoblù. Non solo corsa per gli uomini agli ordini di mister Donadoni, che – specie nella seduta pomeridiana – hanno già potuto assaggiare il pallone, dopo il lungo digiuno dell’ultimo mese. Lavoro differenziato per Mattia Destro, che sta proseguendo il suo lento ma costante recupero dall’infortunio al piede che gli ha impedito di concludere al meglio la scorsa stagione, assenti Acquafresca (botta alla caviglia per lui nel primo allenamento di ieri) e Mimmo Maietta. Il centrale calabrese, dopo nemmeno 24 ore di ritiro, è già stato costretto a fare ritorno a Bologna, a causa del guaio muscolare accusato ieri all’inizio dei lavori; la diagnosi, arrivata nel tardo pomeriggio, parla di una lesione di primo grado al muscolo semitendinoso della coscia sinistra, che imporrà a Maietta un recupero di circa un paio di settimane. Nel pomeriggio, sono stati aggregati al gruppo due ragazzi della Primavera, Calabrese e Silvestro (quest’ultimo partecipò al ritiro estivo anche nella passata stagione), mentre ha già lavorato con il gruppo Simone Verdi. Il trequartista scuola Milan, da oggi ufficialmente giocatore del Bologna, verrà presentato domani pomeriggio.

Domani potrebbe arrivare anche l’ufficialità dell’acquisto di Adam Nagy, che in giornata ha già svolto la prima parte delle visite mediche di rito. Più del mercato in entrata, comunque, a tenere banco è ancora la questione Diawara, che non solo non si è presentato alla partenza per Castelrotto, ma ha pure fatto perdere le proprie tracce. L’ultimo, freddo, contatto con la società da parte del centrocampista guineano è avvenuto in maniera indiretta, attraverso un certificato medico che l’entourage del giocatore ha inviato a Casteldebole, ma che non sposta di una virgola la pessima posizione in cui si è messo il giocatore. Diawara, come detto, sembra essere scomparso da Bologna e, secondo i bene informati, avrebbe già fatto le valigie per raggiungere (pare) l’Africa. Insomma, la situazione si fa sempre più ingarbugliata, sia per il giocatore che, soprattutto, per il Bologna, che dal canto suo continua a mantenere un atteggiamento il più possibile collaborativo nei confronti del proprio tesserato.

Il caso Diawara è stato anche il tema più dibattuto nel corso della prima conferenza stampa stagionale di Roberto Donadoni: «Nella mia carriera da allenatore non mi era mai successa una cosa simile», ha spiegato Donadoni. «L’atteggiamento di Diawara è difficile da comprendere, credo che gli stiano riempiendo la testa di cose che vanno oltre la sua comprensione, e questo rende ancora più grande la delusione per questa vicenda. Durante il pre-ritiro in Sardegna mi era parso sereno, ora servirebbe un confronto diretto ma lui non si fa rintracciare». L’augurio dell’allenatore bergamasco è che tutto possa risolversi nel più breve tempo possibile, ma non sarà facile. Per il resto, Donadoni si è mostrato moderatamente soddisfatto per la squadra che avrà a disposizione per il ritiro di Castelrotto: «Penso che il gruppo non cambierà molto, anche se qualcuno andrà via e altri potranno arrivare». Come già fatto in altre occasioni, Donadoni ha ribadito le grandi aspettative sue e della società nei confronti di chi – come Destro, Rizzo, Donsah e Krafth – non è riuscito, per un motivo o per un altro, a mettere in mostra tutte le proprie qualità nella passata stagione. Starà proprio a Donadoni, già da Castelrotto, riuscire a mettere questi giocatori nelle condizioni di esprimere tutto il proprio potenziale. Una sfida stimolant e assolutamente da vincere.