Milano, 28 Ottobre 2016 – Non è certo stata un'estate semplice quella di Alessandro Gentile che, dopo la gioia provata per aver vinto a soli 23 anni il suo secondo scudetto con la maglia dell'Olimpia Milano al culmine di una stagione costellata di infortuni, aveva manifestato nell'immediato post-finalissima il desiderio di spiccare il volo verso la NBA per misurarsi con il campionato più forte e competitivo del mondo – dove sembrava potessero attenderlo gli Houston Rockets allenati da Mike D'Antoni, che a Milano conoscono più che bene, i quali detengono ancora i suoi diritti oltreoceano – salvo poi vedere questo sogno naufragare temporaneamente poche settimane dopo, come lui stesso racconta ai microfoni del noto portale specializzato Eurohoops.net: “Ho parlato con coach D'Antoni che mi ha manifestato la voglia di allenarmi e sembrava davvero quasi tutto fatto, ma alla fine loro hanno cambiato idea. Non so perché...Bisognerebbe chiederlo a loro”.
Le sue esternazioni dopo la conquista del massimo trofeo nazionale però non sono piaciute particolarmente alla dirigenza meneghina e così il classe 1992 si è ritrovato a pochi giorni dall'inizio della stagione senza più la fascia di capitano dei biancorossi. Cosa che non gli ha certo fatto piacere, come lui stesso velatamente sottolinea: “Quella sera ho semplicemente fatto notare che mi sarebbe tanto piaciuto andare in NBA. E' il desiderio di tutti i giocatori di pallacanestro e non credo che si possa considerare questo un crimine esternarlo. Per qualcuno evidentemente non è così e quindi ho pagato per questo e adesso non sono più capitano”.
Il sogno americano dalla promettente ala campana a quanto sembra però è solo rimandato: “Se non andrò a Hoston spero di poter comunque andare in un'altra franchigia. L'NBA come ho detto è il mio sogno e credo di aver dimostrato di avere le carte in regola per giocare ai massimi livelli in Europa e quindi vorrei provare a misurarmi ad un livello superiore”.
Il presente, intanto, ha le tinte biancorosse dell'Olimpia Milano con cui spera di poter arricchire ancora il suo già notevole palmarés: “La prima cosa che voglio adesso è vincere ancora con Milano. Abbiamo iniziato bene la stagione ma c'è ancora tanto lavoro da fare e tante cose da migliorare. Abbiamo un roster di quindici giocatori e non è facile amalgamarci bene. E' un processo che richiede tempo e ognuno deve essere bravo a farsi trovare pronto per cercare di dare sempre il massimo quando chiamato in causa”.