Sabato 4 Maggio 2024

SILVIO ALZA LA CRESTA AL MILAN

Claudio Negri Milan «UNA FIGURA come la sua che si aggiri per i prati,dalla prima squadra ai pulcini, sarebbe importante». Ci sarebbe già la statua di Nereo Rocco, ma non se ne va in giro. Con l'occipite sporto nel futuro, il Milan rilancia il passato nel presente: una collaborazione a larga banda di Arrigo Sacchi, da saggio coordinatore-suggeritore dell'infanzia milanista e dei prim'attori della causa rossonera. «Sono anni che spero che l'Arrigo dica di sì» ha detto ieri Adriano Galliani a margine di Lega Calcio. Per la verità l'ad campale l'avrebbe (ri)chiesto in presa diretta all' Arrighe, giovedì a Milanello, presentandogli con Filippo Galli e Pippo Inzaghi filosofie e prassi del diabolico vivaio. «Emotivamente lui non ha mai lasciato il Milan» ha soggiunto l'Adriano, col fare tra il sognante e il risveglio di cervicale che nella mimica gallianesca sta a significare: siamo a buon punto. Che Sacchi ci stia pensando sul serio lo sanno anche gli acari. «Le porte per lui sono sempre aperte». In entrata, com'è logico. Non solo di Sacchi ha parlato Galliani, ma anche di sporte: Torres in primis, che pencola tra la titolarità forzata e l'aria di colui che sta sospeso: «Io penso che Fernando abbia ancora noie alla caviglia, bisogna avere pazienza con lui». Non lo dice anche il Grande Capo, ieri alla sua ennesima visita a Milanello? Berlusconi ha pranzato con Inzaghi, muovendo a modulo le briciole sulla tavola e una era proprio a forma di Torres. Poi è arrivata l'orazion picciola alla squadra, alle viste dell'Udinese. Un intervento cominciato con l'imbonire un dolce all'ananas e poi migrato nel commento al derby: «Avete lottato con passione, non avete fatto giocare l'Inter. Bravo Essien, bello il gol del neo padre Menez. Adesso serve un altro bel passetto avanti. Al Milan c'è gloria e minutaggio per tutti: ho incitato l'allenatore a fare cambi in modo che nessuno si senta escluso». Una sorta di turn over egualitarista? A El Shaarawy, che scalpita, il Grande Capo non ha lesinato il consiglio tecnico: «Quando tiri stai con la testa più bassa, se tiri con il corpo troppo all'indietro il pallone va alto». Lasciando Milanello all'imbrunire delle 16, Berlusconi ha carezzato e benedetto il suo Milan: «Avanti così: sono sempre a vostra disposizione come un fratello maggiore o come un nonno. Fate voi». Nella giornata rossonera, piena di parole, Galliani aveva concluso qualche ora prima, minimizzando con un sorriso di sguincio le prospettive di mercato («Brozovic? Non so niente. Quando tutti gli uomini della rosa saranno disponibili faremo meglio. Pazzini? Resta con noi») e finanche di un Philippe Mexes di malumore: «Sta facendo bene e da vecchio dirigente dico: mi fanno paura quelli che non sono incazzati».