Giovedì 16 Maggio 2024

Se salta la panchina

di Davide Nitrosi

Davide Nitrosi

Davide Nitrosi

VOI CHIAMATELE, se volete, strigliate. Ma il serrate le fila dettato da Berlusconi dopo pranzo e da Renzi nell’orario del dopo cena, hanno in comune solo l’aperitivo, ovvero una parte dell’obiettivo. Portare i rispettivi partiti a votare senza se e senza ma la riforma del Senato. Per il resto, risultati e tattica sono diversi. In palio non c’è solo il via libera al nuovo Senato, ma il futuro dei rispettivi partiti e soprattutto del primo governo Renzi.
Lo rivela con la solita metafora calcistica il Cavaliere: lasciare il tavolo delle riforme è un autogol. Berlusconi riunisce lo spogliatoio (ovvero l’assemblea con i parlamentari) e non ammette deroghe. O si vota con Renzi o il partito è perso. Ininfluente, confessa Silvio. Si fa catenaccio, insomma. Non è una strigliata, ma uno ‘state buoni se potete’. E per ribadire che comunque Forza Italia non è al governo, Berlusconi salva per Brunetta il gol della bandiera: il compito di guidare l’«opposizione economica».
 
 
GIUSTO per non scontentare i tifosi. D’altronde a Forza Italia in questo momento non conviene rischiare il contropiede. Manca anche il fiato. Meglio attendere che lo squadrone di Renzi si pesti i piedi da solo. Qualcuno nelle fila del Pd non resiste alla tentazione. Per questo il premier ieri sera ha dovuto riunire il suo spogliatoio. La strigliata per la squadra democratica è un’arma potente. Lo schema è chiaro: si discute, ma poi si vota insieme, altrimenti salta tutto e si va alle urne rinnovando la squadra dei parlamentari Pd. Fuori i non renziani, per loro non ci sarà posto neppure in panchina. Il Senato, ha rincarato la Serracchiani, non è un tema etico, le riforme non lasciano spazio alla libertà di coscienza. Casson strilla, accusa Renzi di dire balle, e così testimonia che la partita si gioca tutta in casa. E i 60 emendamenti dei dissidenti Pd marcano la faglia. La sfida è decisiva. Se Renzi la vince, evitando gli autogol, incasserà un risultato su più fronti: oltre a vincere la partita interna, potrà salvaguardare il suo governo. E paradossalmente potrà salvare anche la panchina di Berlusconi in Forza Italia. Perché la tattica prevede anche la scelta dell’avversario: Renzi sa che l’accordo con il Cavaliere non serve solo a proseguire le riforme, ma impedisce il ricambio in Forza Italia congelando questo bipolarismo all’italiana: il giovanilismo contro la vecchia guardia. Una partita dove parte in vantaggio.
 
di Davide Nitrosi