Lunedì 6 Maggio 2024

Scandali, privilegi e numeri gonfiatiI conti in sospeso del sindacato

Matteo Palo ROMA TESSERE false e truppe cammellate. La deputata democratica Pina Picierno rilancia l'eterna polemica sulle mille ombre che da anni accompagnano la gestione dei principali sindacati italiani. E, a ben vedere, evoca soltanto una piccola parte del lato oscuro di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L'elenco delle storture è molto più lungo: si va dalla mancata applicazione dell'articolo 18, alle regole speciali per le pensioni, passando per alcuni privilegi, come l'assenza di bilanci consolidati. La polemica sulle tessere è antica. Stando alle cifre ufficiali, gli iscritti ai tre principali sindacati superano i 12 milioni. Si tratta di un numero che molto probabilmente è truccato, dal momento che il peso in sede di trattativa dipende dalla quantità di iscritti. Non a caso l'Ugl, negli anni scorsi, è stata travolta dallo scandalo delle tessere gonfiate. «La pratica di ritoccare i numeri è diffusa tra le sigle minori racconta un ex sindacalista . E il motivo è anche che, in alcuni casi, le poltrone di vertice vanno in proporzione agli iscritti. Quindi, in prossimità dei congressi, le cifre lievitano». ALL'ESTERO, invece, si è più fiscali. «La tassa di iscrizione alle organizzazioni internazionali solitamente va in proporzione agli iscritti dichiarati. Quindi, lì i numeri scendono». Al di là della falsità delle iscrizioni, poi, c'è un elemento incontestabile: il principale sindacato italiano (la Cgil) è composto in maggioranza di pensionati. Sono quasi tre milioni contro 2,7 milioni di lavoratori attivi. Ma l'elenco delle zone oscure è molto più lungo. C'è l'articolo 18. In base a una legge del 1990, infatti, i sindacati non utilizzano la norma sul reintegro, perché vengono equiparati ai datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, culturale, di istruzione, di religione e di culto. Ci sono i bilanci. Cgil, Cisl e Uil sono organizzazioni elefantiache con circa 20mila dipendenti in totale, ma possono conservare una invidiabile riservatezza sui loro conti consolidati perché non obbligati a renderli noti. Ci sono i regali sul fronte delle pensioni.L'esempio più noto è la legge Mosca del 1974: doveva servire a sanare la situazione dei dipendenti che, dopo la guerra, avevano lavorato in nero nel sindacato, consentendogli di riscattare anni di attività a prezzo di saldo. Quel regime speciale, però, è andato avanti di proroga in proroga. Così, alla fine, sono state erogate più di 35mila pensioni agevolate, oltre 12mila delle quali sono ancora attive. Simile il caso di un'altra legge, licenziata nel 1996, che consente a chi ha svolto attività sindacale anche per un periodo breve di ottenere un trattamento pensionistico più alto rispetto a quello che avrebbe per il suo lavoro dipendente.