Sabato 4 Maggio 2024

Russia-Ucraina, prove di disgeloMa resta il braccio di ferro sul gas

Achille Perego MILANO ALLO ZAR' Vladimir Putin Milano è piaciuta molto. Anche perché, grazie al ruolo giocato dall'Italia per riaprire il dialogo tra l'Europa e la Russia dopo le sanzioni provocate dalla crisi ucraina, il vertice euro-asiatico (Asem) è servito al numero uno del Cremlino per tornare sulla scena dei tavoli internazionali. Ridando, per usare le parole con cui Matteo Renzi ha chiuso, da padrone di casa, il summit a cui hanno partecipato 53 Paesi, la speranza all'Ucraina e tornando a «coinvolgere la Russia nella situazione internazionale». Così, la crisi ucraina è diventata preponderante all'Asem. La girandola di incontri cominciata l'altra sera dopo la cena offerta da Napolitano e proseguita ieri pomeriggio negli alberghi dopo la chiusura dell'Asem, con l'ultimo faccia a faccia tra Putin e il presidente ucraino Petro Poroshenko, ha fatto partire le prove di disgelo. Il vertice (quasi un G7) mattutino in Prefettura tra il presidente della Commissione Ue e quello del Consiglio europeo Barroso e Van Rompuy con Putin, Poroshenko, Renzi, Hollande, Camerun e Angela Merkel «Una non colazione perché a nessuno è piaciuto il caffè italiano», ha commentato il nostro premier a dire il vero non aveva prodotto granchè per il braccio di ferro tra Mosca e Berlino. Ma il nuovo incontro a quattro (stile Normandia) tra Russia, Ucraina, Francia e Germania ha segnato i primi progressi rafforzati dal bilaterale Renzi-Putin e da quello conclusivo tra Kiev e Mosca. IN SOSTANZA, seppure Putin abbia scerzato sulla differenza tra il possibile e l'impossibile («Se una nonna avesse gli attributi sarebbe un nonno») si sono messe le basi per un accordo che potrebbe essere trovato il 21 ottobre a Bruxelles. Un'intesa basata sul rispetto del memorandum di Minsk che ha sancito il finora non rispettato cessate il fuoco. Per questo sarà una missione dell'Ocse a controllare i confini tra l'est Ucraina e la Russia con l'utilizzo di droni, e il relativo personale militare, forniti dalla Francia e dalla Germania con la disponibilità, dice il ministro Mogherini, anche dell'Italia. Il secondo punto riguarda le elezioni locali nella regione di Donetsk. Il terzo, quello più spinoso, sul quale manca l'intesa, riguarda il gas. Putin è disponibile ad aprire i rubinetti per la parziale fornitura per il periodo invernale ma Kiev deve saldare una maxi-bolletta da 4,5 miliardi di dollari. Sul prezzo c'è l'intesa (385 dollari per mille metri cubi come vuole Mosca) ma il problema è che l'Ucraina ha le casse vuote. E quindi tocca all'Europa aprire il portafogli. La disponibilità di Bruxelles c'è. La prossima settimana capiremo fino a che punto.