Venerdì 3 Maggio 2024

Rihanna, la sexy-lady vuole sedurre l’Italia

Ieri a Torino, domani a San Siro: grande voce e movenze voluttuose

Rihanna a Stoccolma (Olycom)

Rihanna a Stoccolma (Olycom)

TORINO, 12 luglio 2016 - UN MISTERO dentro un enigma. Non occorre certo scomodare Winston Churchill per raccontare Rihanna, l’insondabilità della divina delle Barbados rimane uno dei tratti emblematici pure del nuovo “Anti World Tour” approdato ieri sera al PalaOlimpico di Torino lungo la strada che lo deposita domani tra i sacri spalti di San Siro. Mentre vedi la dea caraibica dimenarsi, su una passerella sospesa in aria cantando “Sex with me” come una foxy lady di hendrixiana memoria, ti rendi conto di conoscere praticamente ogni suo centimetro di pelle, ogni suo tatuaggio, ma non la sua anima.  E quell’attitudine ad entrare e ad uscire dai ruoli pubblici che si è assegnata, accresce in maniera esponenziale l’allure d’indecifrabile che accompagna il personaggio.    AL CONTRARIO di dive selfie-dipendenti come Beyoncé o Taylor Swift, lei sembra infatti rimanere un’entità inavvicinabile, che rivendica con orgoglio l’incoerenza e la ferocia sessuale di universi pop lontani mille miglia dall’ecclettismo ordinato delle colleghe. È una pantera “hot”, dai glutei parlanti, capace di offrirsi ai voraci appetiti delle telecamere così come la vuole il testosterone in subbuglio dei fans, ma senza lasciar trapelare nulla di sé. I demoni che introducono la sua rentrée in tuta trasparente con un mega-tanga per intonare “Found love”, in cui canta “abbiamo trovato l’amore in un posto senza speranza”.   IL TEMA è quello (eterno per lei) della difficoltà di farsi accettare come donna in un mondo popolato da uomini bugiardi e prevaricatori. Una pagina bianca su cui scrivere le storie pop di un album spigoloso e anomalo rispetto a quelli del passato come “Anti” a cominciare da “Needed me” o “Desperado”. Questo con l’ausilio di diciassette ballerini e una band spintissima. Certo che vestirsi come una bajadera e fare il twerking durante “Work” (senza Drake) non portano molto alla causa. Come lascia un po’ perplessi il reiterarsi dei riferimenti alla travagliatissima love story del 2009 con il manesco Chris Brown che tanta visibilità le dette sui tabloid, a cui sarebbe legato pure il disegno della pistola che porta tatuato sotto l’ascella destra.     UN’OVERDOSE di voluttà capace di relegare sullo sfondo anche le tensioni razziali che dominano in questo momento la socità americana e, inevitabilmente, pure i suoi artisti di riferimento. Preceduta dal rapper Big Sean, per l’impegno al PalaOlimpico l’eroina di “Umbrella”, incurante della pioggia violentissima, ha fatto avanti e indietro da Milano, dove ha stabilito il suo quartier generale.  Incappucciata come un lebbroso rinascimentale sopra al candido parallelepipedo su cui canta “Stay” e “Love the way you lie (part II)” o erinni senza freni in “Same ol’ mistakes”, Rihanna rimane una sfinge. 

A VOLTE lo spettacolo comprime un po’ alcune hit come nel caso della medley tra “Live your life”, “Run this town” e “All of the lights”, ma la misura è giustificata dalle assenze di partner come TI, Jay-Z e Kanye West, altre volte c’è una sensazione di playback e questo, invece, trova molte meno giustificazioni. Appendice tutto sommato marginale di un tour sostanziato dai mega appuntamenti negli stadi, il concerto torinese con i suoi posti vuoti ha offerto bene l’idea di una diva in crisi di crescita. Ma a San Siro sarà un’altra storia. E pure lei, presumibilmente, ci metterà un’altra anima.