Giovedì 16 Maggio 2024
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007, licenza di dire no ai Radiohead: su Internet il capolavoro rifiutato

La band pubblica la canzone “Spectre”, regalo di Natale ai fan

Thom Yorke, il cantante dei Radiohead (Afp)

Thom Yorke, il cantante dei Radiohead (Afp)

Londra, 27 dicembre 2015 - «L’ANNO scorso ci è stato chiesto di scrivere una canzone per la colonna sonora del film di BondSpectre” . Qualcosa però non ha funzionato e la canzone è diventata una cosa solo nostra che amiamo molto. Ora che l’anno sta finendo abbiamo pensato che potrebbe farvi piacere ascoltarla. Buon Natale. Che la forza sia con voi». Il regalo dei Radiohead è on line dal 25 dicembre sul sito della band. La canzone s’intitola “Spectre”, con la voce di Thom Yorke («I’m lost, I’m a ghost», sono perduto, sono un fantasma) che fin dall’incipit rimanda ai virtuosismi del vecchio classico “Pyramid Song”, e con la melodia che si espande prima siderale e poi romantica - tastiere su tastiere, archi su archi - fino al potente crescendo. Insieme ai violini riecheggiano i “fondamentali” dei temi bondiani, quella precisa orchestrazione del pathos, una sorta di marchio di fabbrica della storia dei temi di 007; ma il bello della creazione della band inglese sta - come sempre - nel prendere i fondamentali e spiazzarli, reinventarli in qualcosa di completamente nuovo. Nella “Spectre” dei Radiohead la melodia cantanta da Thom Yorke s’intreccia con il furore - o i ghiacci - delle armonie strumentali inciampando nelle dissonanze, ora anticipando e ora rallentando ogni prevedibile incontro, tessendo alla fine un labirinto di emozioni - dall’angoscia all’oblio - che già da solo sembra un film. «Uno spettro della mia anima mortale», canta Thom: «la sola verità che posso vedere, è che lo spettro è venuto per me».

LE AFFINITÀ fra i Radiohead e la settima arte non sono certo una sorpresa di queste ore. Il legame fra il gruppo di Yorke - che dovrebbe ripresentarsi con un nuovo attesissimo disco nel 2016 - e il mondo del cinema ha già avuto modo di concretizzarsi molte volte, dal film-cartoon di Richard Linklater (con Keanu Reeves) “A Scanner Darkly” tratto dal capolavoro di Philip K Dick “Un oscuro scrutare”, punteggiato dalle note di “Reckoner” o “Skttrbrain, al “Romeo + Juliet” di Baz Luhrmann (“Talk Show Host”), fino a “15 Step” in “Twilight”.

MA C’È MOLTO DI PIÙ, ovvero il sodalizio del chitarrista della band Jonny Greenwood col cineasta Paul Thomas Anderson: per Anderson Greenwood ha composto la colonna sonora di opere eccezionali come “Il petroliere”, “The Master”, “Vizio di forma”; per Greenwood, Anderson ha realizzato recentemente il documentario “Junun”, cronaca del viaggio in Rajasthan, nel nord-ovest dell’India, dove Jonny (con l’aiuto dell’ingegnere-mago dei Radiohead Nigel Godrich) ha registrato un album insieme al compositore israeliano Shye Ben Tzur e ad uno stupefacente gruppo di musicisti indiani, in un mix di influenze arabe, indiane e occidentali.

ORA, nel caso di “Spectre”, non è dato sapere dalla band cosa di preciso «sia andato storto», e perché questa canzone non sia stata scelta a dar lustro al ventiquattresimo film della serie di 007, l’ultimo - forse - interpretato dal divo britannico Daniel Craig, l’ultimo - forse - diretto dal regista premio Oscar (American Beauty) Sam Mendes, budget di partenza 250 milioni di dollari, incassi mondiali dall’uscita nel novembre scorso fino ad oggi di circa 850 milioni. Due le certezze: il posto del brano “Spectre” dei Radiohead è stato preso da “Writing’s on the Wall” scritta e cantata da Sam Smith, le cui vendite sono state eccellenti ma difficilmente paragonabili a quelle della “Skyfall” (2012) scritta da Thomas Newman e portata all’Oscar da Adele. Seconda certezza: la totale incomprensibilità di come sia possibile che qualcuno preferisca “Writing’s on the Wall” a questa “Spectre” dei Radiohead. Qualcuno che non siano Sam Smith e famiglia, beninteso.