Giovedì 25 Aprile 2024

Bonus a pioggia e raffica di concorsi. Quando si vota Renzi accelera

Dagli 80 euro al premio alle mamme, misure dal sapore elettorale

Matteo Renzi (Dire)

Matteo Renzi (Dire)

Roma, 25 novembre 2016 - Negli anni ‘50, il comandante Lauro regalava ai napoletani pacchi di pasta e scarpe spaiate prima delle elezioni per fare il pieno dei voti. Vent’anni dopo, la Dc di Andreotti e Rumor inaugurava coi governi di centrosinistra la «politica delle mance». Così fan tutti, verrebbe da dire. A nove giorni dal referendum, gli 85 euro di aumento proposti dal governo Renzi agli statali sembrano proprio un tuffo nella tradizione della Prima Repubblica, senza neanche diventare lontani epigoni di Trump. Con buona pace della cosiddetta politica 2.0.

È DA SETTE anni che i dipendenti pubblici non ricevono un euro in più in busta paga e, soprattutto, non vengono sostituiti quando vanno in pensione. Negli ultimi 24 mesi, invece, la musica è cambiata. Prima con gli 80mila insegnanti e precari assunti nella scuola (sia pure fra difficoltà e polemiche). Poi, con i 10mila fra infermieri e medici che entreranno negli ospedali e nelle aziende sanitarie. E, infine, con la raffica di concorsi per i vigili del fuoco e le forze dell’ordine in arrivo nelle prossime settimane. Per carità, tutti interventi sacrosanti (al netto degli effetti sulla finanza pubblica) dopo il lungo blocco del turn over. Ma per lo meno sospetti, a ridosso del referendum. Per la verità, Renzi ha cominciato per tempo la sua lunga campagna elettorale, con tutte le leve azionabili da Palazzo Chigi. Il bonus di 80 euro a 1,4 milioni di contribuenti è stato solo il primo di una lunga serie. Passo dopo passo, fra voucher e bonus, il governo Renzi di strada ne ha fatta tanta. Con una netta accelerazione proprio nel 2016. Ha cominciato con un tour elettorale nel Sud, a colpi di impegni di spesa e grandi progetti infrastrutturali (come il Ponte sullo Stretto). Una scelta non casuale dal momento che il popolo del Sì langue proprio nel Mezzogiorno. Ad aprile ha tirato fuori dal cilindro il bonus per i figli nati o adottati fra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Una risposta alla sfortunata campagna pubblicitaria della ministra Lorenzin sul calo della natalità. Ma, soprattutto, un modo per intercettare le quote rosa nelle urne.

DALLE donne ai giovani il passo ‘elettorale’ è breve. E obbligato. Dopo alcune settimane arriva il bonus cultura: 500 euro per i circa 500mila 18enni che, guarda caso, andranno a votare per la prima volta proprio il 4 dicembre. Spesa prevista 130 milioni. Non basta. Fra gli emendamenti dell’ultima ora, la Commissione Bilancio fa scattare il disco verde al cosiddetto ‘bonus Stradivari’: un contributo fino a 2.500 euro per gli studenti dei conservatori e dei licei musicali che devono acquistare uno strumento. Ma sono tanti i ‘regali’ che spuntano nella quarta manovra del governo Renzi, rispettando il copione dei tradizionali assalti alla diligenza. Gli ultimi sono i 50 milioni stanziati per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili in Calabria. E i 20 milioni per i lavoratori delle aziende in crisi che decidono di mettere su una cooperativa. Prima, però, ci sono interventi molto più pesanti in termini elettorali, come l’aumento delle quattordicesime ai pensionati e l’abolizione dell’odiatissima Equitalia, con la contestuale sanatoria/rottamazione delle cartelle fiscali. Insomma, si perde il pelo ma non il vizio. Vedremo dopo il 4 dicembre se il richiamo delle mance elettorali continua ad esercitare il suo antico ma sempre più effimero fascino sugli italiani.