Giovedì 25 Aprile 2024

Le parole vuote della Ue sull'Italia

Non tramonta l'abitudine dei politici 'europei' di intervenire a piedi uniti sulla situazione interna dell'Italia. Definirle prese di posizione 'anomale' o 'irrituali' sarebbe riduttivo, vista la frequenza con la quale si sono ripetute in passato. Stavolta a finire nel mirino del Commissario europeo agli Affari Economici, il francese Pierre Moscovici, ci sono l'aspirante presidente lombardo Attilio Fontana reduce da una sciagurata uscita sugli immigrati e il candidato premier Cinquestelle Luigi Di Maio. Moscovici ha duramente criticato le parole di Fontana (quelle sulla 'razza bianca') e le dichiarazioni Di Maio sul superamento del deficit del 3 per cento. Ovviamente le parole dell'economista francese sono state respinte al mittente sia dalla Lega sia dal movimento Cinquestelle ("inaccettabile intrusione", le ha definite Salvini). 

Al di là del merito di quanto detto da Moscovici, è difficile dar torto a chi mette in dubbio la credibilità di un intervento negli affari interni di un paese membro, per di più di un Paese fondatore, da parte di una istituzione - la Commissione europea - che invece non ha saputo imporsi su quegli stati che hanno fatta carta straccia degli accordi firmati in materia di ricollocamento dei migranti. Di fronte all'emergenza del secolo, l'Europa si è girata dall'altra parte. Tutta, dagli stati che non ne erano direttamente coinvolti (la quasi totalità, Grecia e Italia a parte) ai vertici di Bruxelles. Basti ricordare gli spiccioli che il bilancio europeo destina ogni anno per affrontare il massiccio esodo dall'Africa all'incapacità di imporre agli stati il rispetto degli accordi in materia di rilocation. Ecco, con questa 'credibilità' acquisita, a dir poco scarsa, adesso uno dei massimi vertici della commissione viene farci la lezioncina. Sarà questo pure un discorso terra-terra, ma a volte i discorsi terra-terra ci azzeccano pure.