Domenica 5 Maggio 2024

Pd, Bersani: "La scissione è già avvenuta"

"Chi ha buonsenso ce lo metta, perché siamo a un bivio molto serio. Non so se andremo all'Assemblea nazionale". E attacca Renzi: "Ieri solo dita negli occhi alla nostra gente"

Congresso Pd, sale la tensione. Nella foto Pier Luigi Bersani (Ansa)

Congresso Pd, sale la tensione. Nella foto Pier Luigi Bersani (Ansa)

Roma, 14 febbraio 2017 - Il giorno dopo la Direzione, non cala la tensione nel Pd, anzi. "Qui non è questione di calendario" del congresso, "quella è una tecnica. Qui il problema è se siamo il Pd o il Pdr, il Partito di Renzi. Io da Renzi non mi aspetto nulla, ma chi ha buonsenso ce lo metta. Perché siamo a un bivio molto serio", dice Pier Luigi Bersani, in transatlantico alla Camera. "La scissione è già avvenuta tra la nostra gente. E io mi chiedo come possiamo recuperare quella gente lì", aggiunge. "Io ieri in direzione ho visto solo dita negli occhi a questa gente. Non può essere". Un affondo dietro l'altro: "Ieri ho chiesto a Renzi di avere più umiltà", dice ancora. "Noi come ogni partito normale ce l'abbiamo un canale per discutere a fondo ed eventualmente correggere la linea politica o no? Di questo stiamo discutendo. Il calendario è una tecnica che può inibire ogni discussione vera". Poi insiste: "Serve consapevolezza politica: da Renzi non me lo aspetto dopo averlo sentito ieri ma da quelli che stanno attorno a lui me l'aspetto". Quindi Orlando o Franceschini? "Vediamo".

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"Garantire il sostegno al governo"

"Innanzitutto bisogna garantire l'ordinaria amministrazione di questo governo. Non si può lasciare aperto questo interrogativo sulla durata della legislatura e su quando si va a votare", dice ancora ai cronisti. "Bisogna riconnettersi con il Paese e invece qui si parla ancora dei capilista bloccati", afferma l'ex segretario dem. "Se perdiamo questo treno andiamo incontro a una roba sgradevole", avverte. "Non accetto che siamo un partito che lascia un punto interrogativo su quello che facciamo, stiamo parlando di far dimettere Gentiloni in streaming. Non è possibile". E ai giornalisti che gli chiedono se la minoranza andrà all'Assemblea del Partito democratico convocata domenica per avviare il congresso risponde: "Penso di sì. Ma non lo so, qui non s'è deciso niente. Stiamo aspettando di capire se c'è una qualche riflessione".

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"Congresso, agli sfidanti serve tempo"

Questa mattina Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a Mix24 di Giovanni Minoli, aveva detto: "Le parole di Renzi e i suoi atteggiamenti non fanno altro che alimentare il rischio scissione e implosione nel Pd. Mi sarei aspettato che si comportasse come i suoi predecessori, con le dimissioni sul tavolo e un segreterio o una segreteria di garanzia fino alle elezioni del prossimo segretario". E ancora: "Il problema non è il congresso subito, io lo chiedo dalla sera del 4 dicembre e va benissimo, ma quanto tempo dai ai tuoi sfidanti per presentare le loro idee alternative. Renzi ha il dovere di dare agli altri il tempo che ha avuto lui da sindaco di Firenze di andare in giro per il Paese a presentare le sue tesi dopo le dimissioni di Bersani nel 2013 - ha concluso Boccia -. Questo tempo mi pare che lo si voglia negare e questo è molto grave".

"Colpito dalla disistima reciproca"

Anche Gianni Cuperlo parlando con i cronisti alla Camera, non nasconde l'amarezza. È ancora possibile una mediazione nel Pd? "Sì, perché rompere sarebbe una sciagura. Ma ieri mi ha colpito la disistima reciproca, era evidente. Nel Pci ci si scontrava furiosamente ma la stima non è mai venuta meno. Ieri invece non c'era stima, un sentimento che non dovrebbe appartenere a una comunità". Cuperlo, che in transatlantico si è fermato a parlare con Pier Luigi Bersani, auspica che si trovino i margini per una trattativa che eviti la rottura sul congresso. "Abbiamo ancora qualche giorno, prima di domenica, per provare a ricucire, per evitare un esito che farebbe male a tutti, a chi se ne va e a chi resta. Mi auguro che nelle prossime ore ci sia un sussulto. Siamo a martedì pomeriggio e domenica c'è il rischio che il progetto a cui la sinistra, o almeno un pezzo della sinistra, ha lavorato negli ultimi 20 anni, non ci sia più".

Una delle prime reazioni è quella di Roberto Giachetti: "Sentire Bersani parlare di buon senso mentre minaccia scissioni dalla mattina alla sera è davvero pittoresco", scrive in un tweet il vicepresidente della Camera e deputato Pd.

Voto a giugno? "Il Pd - risponde il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio al Tg1 - non dà scadenze al Governo". A Bersani il ministro dice: "Il Pd deve restare unito. Divisi siamo nulla: non parliamo di scissioni". Per Delrio "il congresso del Pd sia una discussione serena tra diverse piattaforme congressuali. La discussione congressuale sia sui contenuti".

E' evidente il clima di grande agitazione all'interno del Pd. Andrea Orlando ("Io candidato? Questo non è un tema all'ordine del giorno"), riferiscono fonti parlamentari dem, ha convocato una riunione alla Camera per fare il punto con i suoi. Ma altri esponenti dei 'Giovani Turchi' stanno lavorando per evitare qualsiasi 'caminetto', anche perché la corrente guidata da Orfini e Orlando dovrebbe vedersi domani in tutti i suoi componenti: al momento ci sono due linee diverse, con il presidente dem che spinge sulla linea di Renzi e il ministro della Giustizia che vuole una conferenza programmatica e non il congresso. Orlando, spiegano altre fonti, oggi ha incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi proprio per discutere della situazione interna al Pd. Ma c'è agitazione nel partito del Nazareno anche perché Franceschini, pur approvando la strategia del congresso, preferirebbe - sottolineano fonti dem - che l'assise non si tenesse ad aprile ma in tempi un po' più lunghi. Il ministro della Cultura è comunque al lavoro per cercare di evitare una frattura nel Pd. Proprio Franceschini e Orlando sono stati chiamati in causa oggi da Bersani che ha lanciato un ultimo appello al "buonsenso".

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Intanto Giuliano Pisapia guarda gli avvenimenti. "Non entro nel merito ma sono attento" a quel che succede nel Pd. "Le scissioni - dice - sono sempre divisioni di una comunità, a me piacerebbe una comunità unita, ampia, di sinistra e di centrosinistra. Per questo lavoro: non contro qualche d'uno ma per qualche cosa, per ricostruire un 'Campo aperto', all'interno del quale spero vi siano tutti quelli che amano la buona politica". Così Giuliano Pisapia, arrivando all'iniziativa 'Futuro Prossimo' organizzata a Milano proprio per presentare il suo progetto di 'Campo Aperto'.