Sabato 18 Maggio 2024
ALESSIA GOZZI
Economia

Pensioni e rimborsi, Padoan offre solo cinque miliardi

Le toghe: modulare i tagli. La Corte Costituzionale suggerisce di copiare lo schema di Letta

Pensioni, una sede dell'Inps (Ansa)

Pensioni, una sede dell'Inps (Ansa)

Roma, 9 maggio 2015 -  PAGARE tutto e tutti è impossibile. Il governo lo sa e non intende farlo. L’effetto di un’applicazione integrale della sentenza della Consulta sulla rivalutazione delle pensioni sarebbe dirompente per le casse dello Stato: secondo le stime, si tratterebbe di 9-12 miliardi netti per gli arretrati e 5 per l’adeguamento corrente. Una mole che andrebbe scaricata sui conti del 2015 e che farebbe sforare (non poco) il tetto del 3% del deficit-Pil. La procedura di infrazione Ue scatterebbe inevitabilmente. Nonostante consumatori e parte della politica lo chiedano a gran voce, non è questa la strada che intende battere l’esecutivo. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ieri ha rassicurato il presidente dell’Eurogruppo nel bilaterale romano: «Ho accennato al collega Dijsselbloem i contenuti della sentenza e ho confermato che il governo sta lavorando a misure che minimizzino l’impatto sui conti pubblici, nel rispetto degli obblighi imposti dalle regole Ue». Dijsselbloem si è detto certo che «l’Italia prenderà la decisione giusta» mentre da Bruxelles hanno fatto trapelare che le raccomandazioni della Commissione (mercoledì prossimo) si baseranno sulle cifre del Documento di economia e finanza.

AL MOMENTO, quindi, la ‘mina pensioni’ resta formalmente separata dal verdetto Ue, ma non si scappa dal fatto che il governo dovrà compensare l’esborso senza pregiudicare gli obiettivi di bilancio. La trattativa corre sul filo dei decimali. Per non infrangere il tetto del 3% del deficit-Pil il governo ha un margine di spesa di 7-8 miliardi. Allo studio dei tecnici del Tesoro c’è, quindi, un sistema di soglie con un tetto oltre il quale non ci sarebbe il rimborso, ma anche una formula di rateizzazione del ‘debito’ con i cittadini.

Il decreto Monti, cassato dalla Consulta, ha congelato a partire dal 2012 la rivalutazione degli assegni dai 1.490 euro lordi in su. Il governo punta a reintegrare le pensioni di importo più basso, l’ipotesi più probabile riguarda quelle sopra tre volte il minimo (i 1.490 euro lordi) ma manterrebbe il blocco della rivalutazione per quelle più elevate (si è parlato di 6 volte il minimo, cioè 3mila euro, ma sono in corso diverse simulazioni). È stata la stessa Consulta a citare come esempio un griglia adottata dalla legge di Stabilità 2014 (governo Letta) che potrebbe essere presa come traccia: rivalutazione al 95% per lo scaglione tra i 1.500 e i 2 mila euro, al 75% tra i 2mila e i 2.500 al 50% tra i 2.500 e i 3mila. Percentuali che però saranno abbassate, forse anche dimezzate, per arrivare a contenere il flusso dei rimborsi attorno ai 4-5 miliardi lordi per il biennio 2012-2013. Questo consentirebbe di costruire quella progressività la cui assenza ha determinato la bocciatura dei giudici costituzionali.

L’ipotesi non piace alle opposizioni, sul piede di guerra con la Lega in testa, e nemmeno ai sindacati. Intanto, scatta la class action annunciata dal Codacons per far ottenere ai pensionati la restituzione dei soldi: l’associazione ha pubblicato la diffida da inviare all’Inps (rivolta anche la governo), scaricata in poche ore da 2mila pensionati.

MARTEDÌ il governo riferirà in Parlamento sugli effetti di bilancio della sentenza. Prima però c’è l’Eurogruppo. L’Ue, per ora, non pone scadenze immediate all’Italia ma l’esecutivo deve reperire risorse senza compromettere i segnali di crescita del Paese. Il lavoro per definire una strategia, tecnicamente e politicamente sostenibile, andrà avanti per tutto il fine settimana in modo da far sì che dopodomani, quando si riunirà l’Eurogruppo, Padoan possa volare a Bruxelles – se non con un documento – almeno con delle linee guida chiare su come il governo intende procedere. Obiettivo: dare rassicurazioni immediate ai partner europei. E, soprattutto, far sì che le pensioni non diventino una clava da utilizzare in campagna elettorale. Una cosa è certa: il famoso tesoretto è già polverizzato.

Alessia Gozzi

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