Giovedì 9 Maggio 2024

Papa Francesco in sinagoga: "Shoah lezione per il futuro"

Bergoglio terzo pontefice a entrare dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: "Ebrei nostri fratelli maggiori nella fede"

Papa Francesco nella sinagoga di Roma (LaPresse)

Papa Francesco nella sinagoga di Roma (LaPresse)

Roma, 17 gennaio 2016 - Prima di lui solo Wojtyla e Raztinger. Bergoglio è il terzo Papa a varcare la soglia della sinagoga di Roma in un Ghetto super blindato per ragioni di sicurezza: 800 agenti schierati, zone 'rosse' bonificate anche nel sottosuolo e metal detector ai varchi. Il Pontefice è arrivato nel quartiere ebraico prima delle 16, accolto dal presidente della Comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, e dall'applauso dei tanti fedeli e turisti presenti.  Francesco ha per prima cosa deposto un mazzo di rose bianche sulla lapide che ricorda la deportazione degli ebrei romani nel 1943, per poi percorrere Via Catalana e ripetere il gesto davanti all'effige in ricordo di Stefano Gai Taché, il bambino ucciso nell'attentato terroristico del 1982. 

EBREI FRATELLI MAGGIORI - Accompagnato dal rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, il Papa è entrato nel Tempio Maggiore : "Voi siete i nostri fratelli e le nostre sorelle maggiori nella fede", ha detto rivolgendosi alla platea, con quell'espressione che per la prima volta fu usata da Giovanni Paolo II. "Tutti quanti apparteniamo ad un'unica famiglia, la famiglia di Dio, il quale ci accompagna e ci protegge come suo popolo". E l'auspicio del Papa è che cattolici e ebrei romani siano uniti per "risolvere i diversi problemi" della città. 

CONTRO L'ANTISEMITISMO - Bergoglio ha ricordato le vittime della Shoah, "sei milioni di persone" colpite dalla "più disumana barbarie, perpetrata in nome di un'ideologia che voleva sostituire l'uomo a Dio. Oggi desidero ricordarle in modo particolare: le loro sofferenze, le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate". Il Papa torna a ribadire l'impegno della Chiesa contro l'antisemitismo. "Il Concilio, con la Dichiarazione Nostra aetate, ha tracciato la via: 'sì' alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano".

Ma la presenza di Francesco in sinagoga è il simbolo di un desiderio di pacificazione globale.  "La violenza dell'uomo sull'uomo è in contraddizione con ogni religione degna di questo nome, e in particolare con le tre grandi religioni monoteistiche", ha detto. Impossibile non leggere l'inclusione dell'Islam moderato cui il Papa anche recentemente si è appellato. "Né la violenza né la morte avranno mai l'ultima parola davanti a Dio. Noi dobbiamo pregarlo con insistenza affinché ci aiuti a praticare in Europa, in Terra Santa, in Medio Oriente, in Africa e in ogni altra parte del mondo la logica della pace, della riconciliazione, del perdono, della vita".

SHOAH LEZIONE PER IL FUTURO - Nell'odierno contesto mondiale di conflitti e attentati, il ricordo dello sterminio degli ebrei deve servire da monito: "La Shoah - ha aggiunto - ci insegna che occorre sempre massima vigilanza, per poter intervenire tempestivamente in difesa della dignità umana e della pace". Il passato fa da "lezione per il presente e per il futuro".