Lunedì 6 Maggio 2024

Ostaggio decapitato, l'ira di Londra «Fermeremo i mostri dell'Isis»

dall’inviato Giampaolo Pioli NEW YORK «USEREMO ogni mezzo per fermarli. I jihadisti dell’Isis — dice un Cameron teso e sconvolto — non sono musulmani ma mostri. L’Inghilterra è pronta a colpirli insieme all’America e agli altri Paesi e li cercheremo fino all’inferno. Questa è un’organizzazione di fanatici che ha piani per attaccarci anche in Europa. Questa minaccia non può più essere ignorata. Dobbiamo estinguere questo veleno dalla società». Barack Obama da Washington conferma la linea dura. Il video della decapitazione di David Haines, dopo quello dei due giornalisti americani, per mano dello stesso tagliatore di gole tutto vestito di nero e dall’accento inglese, è un’altra volta orrendo. Secondo alcuni esperti, sarebbe sempre ‘John il Jihadista’, come viene soprannominato, un militante dell’Isis che avrebbe lasciato la sua vita normale in Gran Bretagna per diventare l’incubo di Washington e Londra: dopo che ha ucciso con le sue mani (o così almeno ha fatto credere) i giornalisti Usa James Foley e Steven Sotloff, ha continuato con Haines e minaccia di decapitare un altro prigioniero britannico, il 47enne Alan Henning. Oltre a John il Jihadista ci sarebbero almeno altri tre britannici — soprannominati dai loro prigionieri ‘The Beatles’ — che si sono uniti ai terroristi. La caccia ai miliziani dell’Isis, di qualunque nazionalità, sarà comunque senza quartiere e i droni Usa hanno iniziato a colpire nuovamente le postazioni dell’Isis in Iraq e si preparano a farlo anche in Siria. I terroristi islamici vogliono che americani e britannici cadano nel tranello e inviino truppe di terra nuovamente per poi attaccarli come occupanti. «I tornado inglesi e i nostri mezzi di intelligence — dice Cameron — stanno già coordinandosi con gli altri Paesi che hanno deciso di collaborare militarmente, ma non invieremo truppe di terra». DIVERSI paesi arabi si sono detti pronti a partecipare ai raid aerei per distruggere l’Isis in Iraq e nelle sue roccaforti siriane, ma nessuno fino a questo momento ha offerto truppe da mandare sul terreno. «Non ci sarà coordinamento con Damasco sulle nostre azioni», dice il segretario di Stato John Kerry che oggi a Parigi guiderà insieme alla Francia una conferenza internazionale contro i terroristi islamici. La decisione scontenta non solo la Siria — che teme che gli Usa possano utilizzare le incursioni contro l’Isis anche per indebolire le posizioni di Assad — ma pure l’Iran e la Russia giudicano l’offensiva americana «un pretesto per violare la sovranità dei paesi». Dietro un’apparente facciata unitaria della coalizione che la casa Casa Bianca sta mettendo in piedi, Obama fatica a contenere il disappunto per la decisione francese di avere accettato il pagamento del riscatto per la liberazione di alcuni ostaggi. L’Assemblea generale dell’Onu che si apre la settimana prossima dovrà diventare la cartina al tornasole per la tenuta di questa nuova coalizione contro il terrore.