Domenica 5 Maggio 2024

Snowden, 8 cose da sapere sul film di Oliver Stone

Edward Snowden ha svelato il sistema di sorveglianza globale della NSA. Oliver Stone ne racconta la storia, con Joseph Gordon-Levitt e Shailene Woodley protagonisti

Joseph Gordon-Levitt nel film Snowden – Foto: Endgame Entertainment

Joseph Gordon-Levitt nel film Snowden – Foto: Endgame Entertainment

Giovedì 24 novembre esce nelle sale italiane 'Snowden', il film di Oliver Stone che racconta la storia di colui che ha divulgato documenti secretati allo scopo di rivelare il sistema di sorveglianza elettronica globale messo in atto dall'agenzia statunitense per la sicurezza nazionale (NSA). Ecco tutte le informazioni che possiamo dare senza incappare in spoiler. COS'È È un thriller con elementi drammatici che documenta in modo fedele i momenti principali della vita di Edward Snowden. Ciò che fa la differenza, nella ricostruzione dei fatti, è che il regista e sceneggiatore Oliver Stone si schiera accanto al suo protagonista. Nel senso che per lui è un eroe che ha fatto la cosa giusta, non un traditore che ha messo in pericolo gli Stati Uniti. LA TRAMA Nel giugno 2013 l'esperto informatico Edward Snowden organizza un incontro segreto insieme a un giornalista del Guardian e a una documentarista. Il suo scopo è rivelare loro l'estensione del sistema di controllo globale del governo statunitense e denunciarne il carattere antidemocratico. Nel corso dell'incontro, alcuni flashback ci raccontano il passato di Snowden, da quando prova a entrare nelle forze speciali all'incontro con la donna della sua vita (Lindsay Mills), dall'ingresso nella CIA fino a quando decide di rivelare al mondo i suoi segreti. IL TRAILER IL REGISTA Newyorkese classe 1946, Oliver Stone è diventato uno dei registi statunitensi più importanti degli ultimi decenni grazie a un cinema che spesso nasce da un forte impegno civile e da altrettanto forti convinzioni democratiche. Lo dimostrano per esempio i due Oscar vinti come miglior regista ('Platoon' e 'Nato il 4 luglio') e quello vinto come miglior sceneggiatore ('Fuga di mezzanotte'), ma anche pellicole come 'JFK' (sull'assassinio del presidente Kennedy), ' World Trade Center' (sull'attentato alle Torri Gemelle) e i documentari dedicati a Hugo Chávez e Fidel Castro. IL CAST Joseph Gordon-Levitt e Shailene Woodley interpretano rispettivamente Edward Snowden e la sua amata Lindsay Mills. Zachary Quinto e Tom Wilkinson sono i giornalisti del Guardian con ai quali Snowden consegna i documenti segreti, mentre Melissa Leo è la documentarista che riprende l'incontro segreto. Rhys Ifans e Nicolas Cage sono i due principali tutor di Snowden alla CIA, il primo patriottico senza incrinature, il secondo patriottico con alcuni dubbi. IL DOCUMENTARIO La documentarista Laura Poitras, presente all'incontro segreto con Snowden, ha utilizzato le riprese effettuate in quell'occasione per montare il documentario 'Citizenfour', distribuito nelle sale durante il 2014 e premiato con l'Oscar nell'edizione dell'anno successivo. NIENTE FUNERALE Oliver Stone ha avuto qualche problema a raccogliere il budget per produrre il film e alla fine ha dovuto contare su un investimento risicato. Un imprevisto effetto collaterale si è verificato quando sua madre è morta nel corso delle riprese e lui, che in quel momento stava girando in Germania, non ha potuto presenziare al funerale perché questo avrebbe bloccato la produzione e richiesto un aumento di budget che non poteva essere sostenuto. IL PARERE DI CHI L'HA VISTO C'è una netta divergenza d'opinione tra quello che dice il pubblico e quello che dice la critica: gli spettatori sono in media molto soddisfatti, mentre i commentatori professionisti tendono a una sufficienza stiracchiata. Questa forbice si spiega con il tema sollevato, quello del rapporto fra privacy e sicurezza: tutti concordano nel sottolinearne l'importanza, ancora oggi e nonostante alcuni limiti legislativi imposti ai software di sorveglianza elettronica dopo la divulgazione delle informazioni fornite da Snowden. La divergenza nasce dal fatto che la critica stigmatizza un film che sembra accontentarsi di ribadire l'importanza del suo "messaggio", senza riuscire a costruire un meccanismo narrativo convincente di per sé.