Giovedì 16 Maggio 2024

Mafia Capitale, il Riesame: "Corruzione in tutti gli appalti Ama"

Ribadito il carcere per Salvatore Buzzi, definito dai giudici "una minaccia per la società", e disposto i domiciliari per l'ex dg dell' Ama, Giovanni Fiscon

Salvatore Buzzi, presidente della ‘coop 29 giugno’ arrestato a Roma (Ansa)

Salvatore Buzzi, presidente della ‘coop 29 giugno’ arrestato a Roma (Ansa)

Roma, 19 gennaio 2015 - "Nell'Ama (l'azienda municipale ambiente di Roma, ndr) il fenomeno corruttivo ha raggiunto la massima espressione inquinando tutte le gare di appalto". Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame della Capitale nelle motivazioni con cui hanno ribadito il carcere per Salvatore Buzzi e disposto i domiciliari per l'ex dg dell'Ama, Giovanni Fiscon

Il collegio è intervenuto rispetto all'inchiesta 'Mafia Capitale'. E per i giudici l'Ama "piuttosto che improntare la propria attività a criteri di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, ha intrattenuto con le cooperative di Buzzi rapporti basati sulla corruzione". Parlando dei rapporti tra Buzzi e Fiscon, il Riesame afferma che "i frenetici scambi di sms tra i due e gli incontri, denotano l'esistenza di interrelazioni e contatti del tutto anomali nel corso di una procedura di aggiudicazione di un appalto". Sull'ex dg di Ama, Fiscon, nel documento viene spiegato che "non è stata individuata specifica utilità conseguita  per la sua opera in favore dell`associazione criminale se si esclude la promessa di pulizia nel proprio appartamento" e "sussistono dubbi in ordine al riconoscimento dell`aggravante della mafiosa con riferimento del quale non emergono indizi univoci in ordine alla coscienza di agevolare l`associazione".

Duro il giudizio nei confronti di Salvatore Buzzi: il presidente della cooperativa '29 giugno', in carcere per associazione di stampo mafioso, è descritto come "una minaccia per le istituzioni", perché "è pericoloso per la società a tutti i livelli". Respinta dunque la richiesta della difesa di Buzzi di revoca o modifica dell'ordinanza cautelare. Per il collegio, presieduto da Bruno Azzolini, "che Buzzi sia pericoloso emerge chiaramente dagli atti di indagine. La sua capacità di infiltrazione nel settore politico/imprenditoriale/economico attraverso la complicità di Massimo Carminati (ex estremista nero, ndr), del quale sfrutta la pregressa fama criminale, e l'utilizzo della corruzione dei pubblici funzionari è palese e costituisce una concreta minaccia per le istituzioni". Per il tribunale, la storia di Buzzi "dimostra il fallimento della funzione rieducativa della pena: pur essendo stato condannato nei primi anni Ottanta per omicidio volontario e pur avendo beneficiato di misure alternative e della grazia", il leader delle cooperative a Roma "è tornato a delinquere manifestando la propria insensibilità al precedente intervento dell'autorità giudiziaria". Buzzi - evidenziano i giudici - "è determinato a fare affari in ogni campo arrivando anche a sfruttare a vantaggio proprio e dell'associazione le drammatiche vicenda dei migranti e dei richiedenti asilo".