Mercoledì 8 Maggio 2024

Ragazzine come star del porno. "E' narcisismo in cerca di conferme"

L'esperto: insicurezza la molla che spinge a mostrarsi sui nuovi media

Ragazzine online come star del porno

Ragazzine online come star del porno

Milano, 20 maggio 2016 - Adolescenti attratte dalla loro fisicità, diffondono immagini intime anche solo per ricevere un mi piace , un segno di condivisione. Michele Cucchi, medico specialista in psichiatria, lo giudica un fenomeno in crescita.

Dottore, ci sono ragazzine che diffondono immagini intime sapendo che sconosciuti le guarderanno, che cosa hanno in testa?

« La notizia non deve scandalizzare, ci sono spiegazioni, in parte fisiologiche, dovute ai costumi sociali di oggi».

Si parla di narcisismo adolescenziale, in cosa consiste?

«Ci riferiamo a persone in fase di evoluzione, non ancora adulte, che hanno un naturale bisogno di apprezzamento e riconoscimento da parte degli altri, sopratutto coetanei. Fino a livelli esasperati».

Cioè non si vergognano?

«Non hanno una personalità strutturata, e trovano una immediatezza senza complessi nei nuovi media, internet e telefonino, davanti a questi strumenti sono più disinibite».

Come davanti allo specchio?

«Come in un palcoscenico virtuale, che permette loro di diventare dei personaggi, di vivere una loro dimensione di celebrità. Le insicurezze le spingono a cercare l’approvazione del prossimo».

Uno show a luci rosse davanti a emeriti sconosciuti, e quale sarebbe il premio?

«Un commento positivo lasciato sul profilo, un numero crescente di popolarità misurato dai clic. Cose che le fanno entusiasmare».

Giriamo attorno alla seduzione.

«Ma loro non vogliono sedurre, desiderano solo sentirsi accettate, e il codice di comunicazione sessuale viene utilizzato per questo scopo».

Questo meccanismo può generare dei grossi equivoci se poi si avviano dei dialoghi in chat.

«Ed è questo il punto. Una ragazzina può essere sorpresa dalla reazione dell’interlocutore davanti alle sue foto. E a quel punto ci sono due possibilità. O non capisce le avances, gioca al rialzo e continua a diffondere le sue immagini. Oppure si spaventa e paradossalmente è peggio, perché una reazione negativa potrebbe generare altre insicurezze».

Ma noi parliamo di adolescenti che sembrano spregiudicate nel rapporto con gli spettatori, che spesso affidano al web spontaneamente non solo i corpi ma anche i loro volti.

«Al narcisismo, al compiacimento nel vedere il proprio corpo, si aggiunge qui la condivisione, il piacere di sentirsi ammirate le fa sentire parte della tribu».

Le è capitato di avere in cura casi clinici simili?

«Succede. È l’insicurezza di una fase di crescita a generare comportamenti in una ragazzina di 14 anni, che si possono riscontrare anche in una donna di venti o venticinque, con tratti immaturi».

Arriviamo alla pornografia?

«C’è un abbattimento dei tabù sociali, il sesso ormai è costume, non è più un valore. Per questo mettono online le loro fotografie».

Scatta così l’interesse degli anonimi visitatori che offrono soldi per vedere le ragazze in pose sempre più spinte?

«Vengono adescate con insistenza, loro si concedono, ma le aspettative tra i due sono diverse».

E cioè?

«Lei ha bisogno di essere accolta, lui vede nell’ottica di una mercificazione sessuale. Una tragedia».

I genitori che possono fare?

«Non devono usare un atteggiamento punitivo, ma cercare il dialogo con i figli, rassicurarli e mostrare loro gli aspetti sbagliati delle realtà virtuali. Le ragazze si sentono delle dive, coltivano il narcisismo dentro di loro».

E cosa possono spiegare loro?

«Che questo narcisismo genera un impoverimento del nostro lato emotivo. Che c’è una bella differenza tra avere un rapporto affettivo dal vivo, e che vivere come un personaggio ritoccato in un mondo virtuale è altra cosa».

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Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino, è psichiatra, professore a contratto all'Università Vita-Salute dell'ospedale San Raffaele di Milano, amministratore delegato di Virtus Medicalis