Venerdì 3 Maggio 2024

Leopolda 2015, ecco il programma e gli ospiti. Renzi cede: quattro ministri sul palco

Si parte domani alle 18. Diversi gli ospiti d'eccezione, dalla Cristoforetti alla Pennetta. Incognita Jovanotti

Matteo Renzi alla Leopolda 5 (Ansa)

Matteo Renzi alla Leopolda 5 (Ansa)

Firenze, 10 dicembre 2015 - Tre sezioni (“Ieri, oggi e domani”) e un titolo poetico (“Terra degli uomini”), preso in prestito da uno scrittore molto amato dal premier, Antoine Alexis de Saint-Exupery, saranno il fil rouge della Leopolda 2015. Volti molto noti – simboli dell’Italia che produce, vince e fa parlare di sé all’estero – e volti molto sconosciuti – quelli dei volontari e della “gente comune” –saliranno sul palco per portare, entrambi, le proprie testimonianze e la propria “voglia di fare”. Parlamentari, dirigenti di partito e persino i ministri del governo, invece, tutti giù dal palco: niente proscenio e neppure coordinamento dei tavoli (che non ci saranno più) per loro, semplici uditori dell’evento. Tranne una: Maria Elena Boschi, non solo ‘madrina’ ma vera organizzatrice (con la consulenza dell’autrice di programmi tv, Simona Ercolani) dell’evento, oltre che unico ‘politico’ che parlerà ben due volte, prima della giornata di chiusura, affidata a Renzi, e dopo molti ‘eroi’ e star nazionali.

GLI OSPITI - Tra questi spiccano i nomi nuovi dell’astronauta Samantha Cristoforetti, delle tenniste vincitrici delle finali degli Open Usa 2015 Flavia Pennetta e Roberta Vinci, della nuotatrice e campionessa olimpionica Federica Pellegrini, ma anche di Fabiola Gallotti, che dal 2016 dirigerà il Cern di Ginevra, o di Filippo Grandi che, sempre dal 2016, guiderà l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu. Non mancheranno presenze che sono ormai degli habituées dell’evento, dal finanziere e fondatore del fondo Algebris Davide Serra al regista e autore tv Pierfrancesco Diliberto (in arte ‘Pif’) fino al dg della Rai Antonio Campo Dall’Orto, presenza che sta già suscitando un nugolo di polemiche, mentre è incerta la presenza del cantante Jovanotti, cui Renzi tiene molto (Terra degli uomini è anche il titolo di una sua canzone citata dal premier).

RENZI - Ci sarà il palco e ci saranno gli interventi, dunque, ci sarà l’apertura e, ovvio, la chiusura da parte di Renzi, ma non ci saranno tavoli di lavoro, mentre quella che ormai è la “generazione Leopolda” ha già risposto all’appello: centinaia di giovani che fanno politica dentro e fuori il Pd. E gli interventi dovranno tutti stare dentro lo spazio di 4 minuti al massimo dentro ogni sessione di lavoro: domani, venerdì 11, si inizia alle 18 (interventi dalle 20.30), con giornata dedicata allo ‘Ieri’ (comprese le vecchie Leopolde), sabato 12 due sessioni (9.30-13 e 14-20) sull’Oggi’, domenica 13 si lavora dalle 9.30 alle 13 sul ‘Domani’. Per sabato attese le maggiori novità: ci saranno l’insegnante precario che è stato assunto, il diciottenne che dirà come spenderà i 500 euro della legge di stabilità, la giovane coppia che ha diritto alla maternità pagata, il responsabile del museo che ha ricevuto l’art bonus. L’Italia di ieri, dunque, quelle delle precedenti Leopolde, quella di oggi che viene premiata dall’azione di governo e lo scenario del futuro, che disegneranno la Boschi sulle riforme e Renzi sulle sfide del governo.

E proprio per valorizzare l’esperienza e le riforme messe in atte dal governo, sempre ieri Renzi ha annunciato che quattro ministri, non ancora specificati (ma si parla di Padoan, Poletti, Franceschini e Madia) risponderanno, in momenti diversi, a un question time molto speciale, “con modalità innovative e divertenti”, scrive sempre Renzi nella E-news, alle domande dei giovani leopoldini sulle riforme fatte e quelle ancora da fare.

Tema di fondo, più che le stesse riforme del governo, l’Italia che ce la fa, che non si arrende al pessimismo e che, ‘grazie’ però all’aiuto del governo, può guardare al futuro con speranza. E’, in sintesi, la Leopolda renziana anno domini 2015. Naturalmente, senza simboli, bandiere e loghi del Pd: non è un evento di partito, di certo non di un partito di iscritti e tesserati, circoli e banchetti, come quello messo in campo la scorsa settimana, ma sta dentro l’idea di un ‘partito-nazione’ (più che “partito della Nazione”) in cui contano gli elettori e non gli iscritti, i voti e non le tessere, la mobilitazione continua e non l’attività ordinaria degli organi dirigenti, le primarie e i sondaggi ma non gli ordini del giorno e le riunioni. Un partito ‘aperto’ e ‘fluido’, dunque, che può (e deve) identificarsi con l’azione di governo e le sue riforme e non con una visione di parte della società.

“Dal futuro al presente, senza dimenticare gli anni passati con una classe dirigente che si è formata tra le mura della vecchia stazione ferroviaria fiorentina”, scrivono in una nota (dai toni un po’ enfatici) gli organizzatori, la Leopolda 2015 inizia a svelare volto e programma, per mesi top secret. La sesta edizione della convention renziana si terrà da venerdì 11 dicembre a domenica 13 dicembre. E se il segno di fondo resta quello del “cambiamento”, il cambiamento “è quello in corso”, per i Renzi boys, quello cioè già al governo. Morale: basta con garage, start up, pc, simboli ormai già ‘vecchi’. Ogni anno la Leopolda ha bisogno di non ripetersi e proporre uno stile ‘nuovo’, ma quest’anno era ora di fare il riepilogo delle puntate precedenti. Ecco perché – spiega Davide Bacarella, ceo di Dotmedia, che anche quest’anno cura la parte creativa della kermesse mentre la parte finanziaria è gestita dalla Fondazione ‘Open’ – “sia il logo sia la creatività vogliono esprimere il messaggio della Leopolda, cioè la maturazione tra le prime Leopolde e quanto di quel messaggio è stato recepito e messo in pratica, diventato da proposta ad attività di governo da parte di una nuova classe dirigente che oggi, dopo la gavetta, sta guidando il Paese”. Del resto, lo stesso premier-segretario ha scritto nella sua ultima E-news, proprio per presentare la manifestazione, che “la Leopolda ha aperto il sistema politico italiano, contribuendo a creare e formare una classe dirigente nuova. Sarà molto intrigante cercare di capire cosa fare da grandi e soprattutto come”. Renzi, però, sempre nella stessa E-news nega il ‘ridimensionamento’ della politica classica sul proscenio della Leopolda: “La Leopolda è la casa della politica, ma la Politica con la P maiuscola”. E ancora: “La Leopolda non è e non diventerà mai un meeting politico”.