Lunedì 6 Maggio 2024

Isis, arrestato italiano: voleva unirsi alla jihad. Gentiloni: "Chiariremo la sua posizione"

L'uomo è stato fermato a luglio nel Kurdistan iracheno, dove era giunto attraverso la Turchia con documenti in regola. Intanto in Afghanistan un drone avrebbe eliminato il capo locale dell'Isis

Soldati iracheni al fronte (AFP)

Soldati iracheni al fronte (AFP)

Amman, 9 febbraio 2015 - Un cittadino italiano è stato arrestato a Erbil, nel Kurdistan, lo scorso luglio perché sospettato di voler entrare nelle fila dello Stato islamico. La notizia, anticipata dal presidente del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani, in un'intervista per il quotidiano "al Hayat", è stata confermata nelle ultime ore dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e anche dall'ambasciatore italiano a Baghdad, Massimo Marotti. "Stiamo cercando di chiarire la sua posizione - ha sottolineato Gentiloni, precisando di essere stato informato sul caso dieci minuti prima -Il nostro consolato locale segue questa vicenda da qualche settimana". L'individuo, ha riferito il leader curdo, sarebbe entrato in territorio iracheno attraverso la Turchia con "documenti in regola". La persona, ha assicurato Marotti, "viene assistita d'intesa con le autorità locali" e l'ambasciata è "in costante contatto con la famiglia". Le indagini da parte delle autorità di Erbil sono in ogni caso ancora in corso.

Intanto le forze irachene lanceranno "nelle prossime settimane" un'offensiva di terra contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis) e la coalizione internazionale "garantirà il sostegno di un'imponente potenza di fuoco". E' quanto ha dichiarato il coordinatore americano della coalizione internazionale contro l'Isis, John Allen, in un'intervista all'agenzia di stampa giordana Petra. "Nelle prossime settimane, quando le forze irachene lanceranno l'offensiva di terra per riconquistare l'Iraq, la coalizione garantirà il sostegno di un'imponente potenza di fuoco", ha detto Allen. Gli Stati Uniti sono alla testa dell'offensiva aerea lanciata contro i jihadisti la scorsa estate, mettendo a segno da allora 2.000 attacchi, come riferito ieri dal segretario di Stato Usa John Kerry, che hanno consentito di riconquistare circa 700 chilometri quadrati di territorio, o "un quinto dell'area che avevano sotto controllo". 

Da parte sua, la Giordania, membro della coalizione, ha riferito ieri di decine di attacchi aerei contro obiettivi Isis in rappresaglia all'uccisione di uno dei suoi piloti, precisando di aver distrutto 56 obiettivi in tre giorni, annientando il 20% delle capacità militari dell'Isis. Due giorni fa, una fonte Usa ha riferito alla Cnn di valutazioni in corso sulle capacità difensive dell'Isis a Mosul, la città irachena divenuta la capitale dei jihadisti dalla scorsa estate, per decidere se raccomandare l'invio di truppe di terra americane a sostegno dell'esercito iracheno. 

AL BAGHDADI: STOP ARRUOLAMENTO STRANIERI - Per timore di infiltrazioni nella rete jihadista, il leader dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, ha ordinato di sospendere l'arruolamento di miliziani "stranieri", in particolare quelli provenienti da alcuni dei Paesi che partecipano alla Coalizione internazionale guidata dagli Usa. Lo riferisce il quotidiano panarabo al Arabi al Jadid, edito dal Qatar, che cita una "fonte ben informata del ministero della difesa iracheno". Il giornale precisa che i miliziani stranieri che per il momento non possono unirsi all'Isis sono quelli provenienti da Giordania, Francia, Germania, Arabia Saudita e Marocco. Secondo la fonte citata dal giornale, Baghdadi ha anche ordinato la separazione in un'ala siriana e una irachena della Commissione legale, l'alto organo dello Stato islamico incaricato di gestire gli affari giuridici, tra cui le decisioni di condanna a morte dei prigionieri e ostaggi. I vertici di queste due sezioni della Commissione legale rispondono direttamente a Baghdadi, che - sempre secondo le fonti irachene - ha l'ultima parola anche sulle decisioni prese dal Consiglio consultivo dello Stato islamico, composto da 12 membri.

AFGHANISTAN, DRONE UCCIDE CAPO ISIS LOCALE   - Un razzo, probabilmente sparato da un drone Usa, ha centrato in pieno l'auto su cui viaggiava nella provincia di Helmad il Mullah Abdul Rauf, considerato il responsabile dello Stato islamico (Isis) nel sud dell'Afghanistan. Lo hanno reso noto oggi i servizi di intelligence (Nds) a Kabul. Un portavoce dell'Nds ha precisato che Rauf, noto con il soprannome di Khadim, è morto con cinque suoi collaboratori. L'utilizzazione di un drone è stata resa nota dal vice-governatore della provincia di Kandahar.