Sabato 18 Maggio 2024

IRA MANCIO: «PASSO INDIETRO»

Giulio Mola «HO VISTO una squadra piatta, abbiamo giocato male e fatto poco per vincere la partita». La prima dichiarazione di Roberto Mancini subito dopo il poco esaltante 0-0 di Empoli, fotografa in maniera perfetta quel che si è visto (meglio, non si è visto, dipende dai punti di vista) sul terreno di gioco del Castellani. Si può vedere il bicchiere mezzo pieno se si pensa che l'Inter chiude il girone d'andata col quinto risultato utile di fila e senza subire reti, ma la realtà è ben diversa: il pari in Toscana è un vistoso passo indietro dal punto di vista del gioco contro l'Empoli che ha fatto la sua bella figura. I rinforzi offensivi richiesti da Mancini (alcuni, perché come dice Ausilio «continuiamo a guardarci intorno per puntellare il centrocampo, anche se prima occorre sfoltire la rosa», nel mirino ci sarebbe pure Mbia del Siviglia oltre Suarez) sono anche scesi in campo, ma l'equazione più punte più gol non funziona in questo caso. Tanto più che per la prima volta da quando c'è il tecnico jesino in panchina l'Inter non ha segnato. Troppo poco la capocciata di Vidic su azione d'angolo e il colpo di testa uscito di poco di Palacio, entrambi nella ripresa. Per il resto emozioni zero, con Icardi (rumors inglesi parlano di offerta di 40 milioni del Liverpool in arrivo) innocuo, Podolski non pervenuto, Hernanes avulso dal gioco. Del resto, se i migliori in campo alla fine sono Handanovic e Vidic qualcosa vorrà pur dire. Sono mancate cattiveria e brillantezza, oltre le idee. E non è certo Mancini a nascondere i problemi dei nerazzurri, magari mascherati dall'ultima vittoria contro il Genoa. «Credo che la squadra ci metta un po' di tempo a crescere -spiega l'allenatore -. Non era il successo di domenica scorsa a poter cambiare tutto. Con l'Empoli era importante cdare continuità di risultati, ma abbiamo fatto poco per meritare i tre punti». Non parla di singoli il Mancio. La censura riguarda l'atteggiamento (e gli errori) del gruppo, nessun reparto escluso. «Tutti dobbiamo fare qualcosa in più, non è questione di uno o due giocatori. dDobbiamo avere la capacità e la forza di rischiare e di costruire l'azione da dietro, non dobbiamo buttar via palloni se gli altri ci vengono a pressare». Ed è questa l'analisi perfetta del match, ripensando agli inutili lunghi lanci di Ranocchia (ko dopo un tempo per una distorsione) e alle tante palle perse a centrocampo in agevoli disimpegni. «Certo, poi anche l'attacco ha le sue colpe. cNon è un giocatore che fa la differenza, ma con 4 uomini offensivi si doveva far di più, le punte dovevano muoversi meglio. E comunque quando dico che bisogna giocar meglio la palla dietro, significa che se l'azione inizia bene si può andare a concludere, altrimenti sono problemi. La personalità che si ha in casa la si deve avere anche in trasferta». Intanto la zona Champions è sempre nel mirino, a 5 punti.